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12/11/2023 | Daniele Riosa
“In un contesto in cui i corporate bond europei offrono rendimenti inaspettatamente elevati, gli investitori stanno rivolgendo una nuova attenzione al mercato del credito”. Laurent Gorgemans, Global Head of Investment Management, Nordea Asset Management, spiega che “Nonostante ogni settore del debito corporate europeo sembri allettante rispetto all’ultimo decennio, la prudenza resta di rigore per gli investitori, a fronte delle sfide in continua evoluzione. Nell’attuale scenario finanziario, il comparto ‘high yield’ sta acquisendo un’importanza sempre maggiore per gli investitori”.
“Ad esempio - sottolinea il manager - i bond high yield dell’Unione Europea offrono attualmente rendimenti che oscillano tra il 7% e l’8% alla fine di settembre 2023. Tuttavia, è fondamentale notare che molte delle obbligazioni di qualità inferiore in questo contesto rimangono esposte a potenziali pressioni al ribasso, soprattutto alla luce delle attuali incertezze economiche. Al contempo, però, molti titoli di alta qualità nel segmento “investment grade” potrebbero non garantire rendimenti reali (al netto dell’inflazione) significativi. Per esempio, i rendimenti dei bond investment grade europei si attestano intorno al 4-5%, in linea con il tasso di deposito della BCE, mentre i titoli con un rating tra AAA e A offrono rendimenti nella fascia del 4%”.
Il gestore spiega che “per gli investitori alla ricerca di soluzioni nel complesso panorama creditizio attuale, un’opzione interessante è concentrarsi sulla fascia centrale delle opportunità legate ai bond corporate europei, ovvero quelli valutati BBB, BB e B. Pensiamo che i bond corporate sia nell’ambito dell’investment grade che dell’high yield, che definiamo come “cross credit”, siano ben posizionati per ottenere rendimenti reali consistenti, garantendo al contempo una certa protezione in caso di ulteriori turbolenze economiche o deterioramento del sentiment”.
Per il manager “i cambiamenti dei rating creano inefficienze. Grazie alla flessibilità della sua posizione nella scala del rischio creditizio, il segmento cross credit è in grado di cogliere le opportunità offerte dalle inefficienze che si verificano quando i rating effettivi o attesi cambiano. Queste variazioni dei rating creano spostamenti nell’allocazione degli investitori nell’intero mercato con picchi di intensità quando un emittente “investment grade” scende nella categoria high yield (i cosiddetti ‘fallen angel’), o viceversa quando un titolo da “high yield” diventa “investment grade” (‘rising star’). Quest’anno abbiamo assistito a un’intensa azione di riclassificazione, con oltre 400 miliardi di euro di debito corporate europeo che ha subito un cambiamento di valutazione alla fine di luglio – 30 ‘fallen angel’ e 11 ‘rising star’2. Tale volume è superiore alla media degli ultimi dieci anni, secondo solo al 2020, anno dominato dalla crisi pandemica, quando molte aziende furono naturalmente declassate e successivamente riclassificate durante la ripresa economica del 2021. Con la previsione di una persistente volatilità economica, la dispersione continuerà a essere un elemento predominante nel segmento cross credit. Ciò offrirà opportunità agli investitori attivi, come ha già fatto in passato. Infatti, un portafoglio cross credit composto da un terzo di obbligazioni con rating BBB e due terzi di debito con rating BB-B ha generato rendimenti annualizzati del 5%, vicini all’indice ICE Euro High Yield, che ha registrato un rendimento annuale del 5,39% dal 31.12.2000”.
Attenzione ai fondamentali: “La fine del quantitative easing promette di offrire un ulteriore impulso positivo per gli investitori attivi nel settore del cross credit. Le banche centrali erano in passato tra i principali acquirenti di obbligazioni investment grade, e spesso questa liquidità si riversava anche sui titoli ad alto rendimento. In parole più semplici, il fatto che la Banca Centrale Europea smetta di sostenere indistintamente tutte le aziende rende ora ancora più cruciale saper distinguere le imprese finanziariamente solide da quelle potenzialmente più fragili. Nel mondo dell’high yield, molte aziende in Europa hanno sfruttato i tassi di interesse bassi degli ultimi anni per estendere notevolmente la scadenza dei loro debiti. Anche se le scadenze più importanti arriveranno nel 2025 e 2026, è probabile che ci vorrà del tempo prima che il tasso di insolvenza aumenti. Tuttavia, è importante notare che i livelli di spread tendono ad aumentare prima dei periodi di insolvenza, il che potrebbe sorprendere alcuni investitori alla ricerca di rendimenti elevati”.
Per l’economista, “nella ricerca di un rendimento equilibrato in relazione al rischio, gli investitori potrebbero anche considerare di evitare i settori bancario e delle assicurazioni ad alto beta. Anche se le banche e le compagnie assicurative offrono opportunità interessanti per un investitore obbligazionario attivo, questi titoli sono soggetti a ampie variazioni di prezzo e a una rapida ridefinizione dei prezzi. Questo è stato particolarmente evidente durante gli eventi legati al caso Silicon Valley Bank e alle banche regionali negli Stati Uniti, così come con il caso Credit Suisse in Europa all’inizio di quest’anno. Con rendimenti allettanti che variano dal 4% all’8%, i bond corporate e altre aree del reddito fisso sembrano destinati a dominare l’interesse degli investitori mentre ci avviamo verso il nuovo anno. Ma ci sono svantaggi sia nei titoli più sicuri che in quelli ad alto rendimento, quindi non è sorprendente che sempre più investitori stiano cercando un punto d’incontro tra un rendimento aggiuntivo e il rischio legato alla scadenza. Questo punto ideale si trova nel settore del cross credit”.
Per gli investitori interessati ai bond corporate “sia nell’ambito dell’investment grade che dell’high yield, NAM offre la strategia European Cross Credit. Gestita da Jan Sørensen, questa soluzione investe nell’universo di bond high yield e investment grade per sfruttare le inefficienze strutturali create dalle agenzie di rating. In modo più specifico, la strategia investe in bond corporate europei (escludendo il settore finanziario) che, al momento dell’acquisto, hanno un rating a lungo termine compreso tra BBB+ e B- o equivalente da parte di qualsiasi altra agenzia di rating disponibile, come Moody’s e Fitch”.
“La strategia - conclude Laurent Gorgemans - si concentra sull’uso delle differenze negli spread creditizi e nelle valutazioni tra le varie categorie di rating per massimizzare i rendimenti in rapporto al rischio. La strategia segue un approccio bottom-up, che porta alla costruzione di un portafoglio ad alta convinzione basato sui solidi fondamentali dei crediti”.
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