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Boccata d’ossigeno per l‘azionario italiano

11/14/2023 | Redazione Advisor

Giacomo Calef (NS Partners): “Il rimbalzo sui mercati non si è ancora concretizzato pienamente, ma la fine dei rialzi delle banche centrali potrebbe ridare nuovo ossigeno ai listini”


“Le azioni italiane quotate a Piazza Affari sono molto economiche, rispetto ai corrispondenti globali, e al massimo da 35 anni”. Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, ricorda che “questo è il risultato di un’indagine condotta da Reuters che ha evidenziato una certa sfiducia degli investitori verso l’outlook futuro del Paese”.

“Le quotazioni del nostro listino - prosegue il manager - sono state storicamente più economiche rispetto alle altre Borse mondiali, ma il clima di particolare incertezza intorno alle prospettive macroeconomiche italiane - mercoledì 8 novembre il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una crescita del PIL dello 0,7% per il 2024, in calo dello 0,2% rispetto alle precedenti stime - continuano ad allontanare i nuovi investimenti".

Nello specifico, in Italia "preoccupano principalmente le proposte di politica fiscale e le difficoltà incontrate dal governo nell’allocazione dei fondi europei del PNRR. Non da ultimo, con un rapporto debito/PIL stimato al 142,9% per il 2023, uno dei più alti al mondo, le prospettive sul Paese restano fosche, considerando che, nell’ultimo ventennio, la crescita del PIL è stata pressoché stagnante, se si esclude il rapido rimbalzo post-pandemico. Inoltre, sull’Italia si sono già pronunciate anche alcune agenzie di rating, con Moody’s che sarà l’ultima ad indicare il suo giudizio sul Paese”.

L’economista precisa che “nonostante la congiuntura economica, a partire dall’inizio del 2023 il FTSE MIB è il miglior indice europeo con una performance di oltre il 20%. Il motivo è la grossa componente di titoli bancari, che in questo periodo di forti rialzi del costo del denaro stanno registrando i migliori utili da circa quindici anni. Basti pensare che solo nel 2023 le azioni UniCredit sono salite di quasi l’80% mentre, al contrario, alcuni titoli legati ai settori industriali e ai consumi stanno soffrendo. Il FTSE Italia Star, un indice che racchiude le aziende con capitalizzazione fino ad un miliardo di euro, e cioè la maggioranza del tessuto economico-imprenditoriale italiano, è sceso del 10% quest’anno mentre ha perso circa il 30% nel 2022”.

“Proprio per questo motivo - conclude Calef - alcuni analisti sostengono che certi titoli abbiano già scontato il rallentamento economico in atto e sono diventati una buona opportunità di acquisto. Tra questi, i più promettenti sono quelli appartenenti ai settori industriale e medicale, saliti molto nei primi sei mesi del 2023, ma recentemente indebolitisi. Il rimbalzo sui mercati non si è ancora concretizzato pienamente, ma la fine dei rialzi delle banche centrali potrebbe ridare nuovo ossigeno ai listini azionari”.

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