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BoE, e se la pausa fosse un errore? I commenti dei gestori

9/21/2023 | Redazione Advisor

Dopo 14 rialzi consecutivi, la Bank of England lascia invariati i tassi d'interesse britannici al 5,25%. Vediamo come i manager spiegano la decisione presa dalla BoE


Dopo 14 rialzi consecutivi, la Bank of England lascia invariati i tassi d'interesse britannici al 5,25%. Una decisione che arriva un po' a sorpresa rispetto alle attese di un ulteriore ritocco di un quarto di punto, analogo a quello appena attuato dalla BCE. Vediamo come i gestori commentano la decisione presa dalla BoE.

Oliver Blackbourn, multi-asset portfolio manager di Janus Henderson, ritiene che “la sospensione dei rialzi potrebbe rivelarsi un errore. La decisione di fare una pausa sui rialzi con l'inflazione ancora a livelli elevati susciterà preoccupazione in alcuni ambienti. La Federal Reserve ha interrotto per la prima volta con un'inflazione vicina al 4%, mentre la Bank of England ha scelto di fermarsi con un'inflazione ancora superiore al 6%. Il mandato del governatore Bailey è stato caratterizzato da diversi errori di comunicazione e questa pausa potrebbe essere vista come un ulteriore errore nel caso in cui l'inflazione si rivelasse più tenace del previsto. Detto questo, la stretta divisione del MPC e l'accelerazione del deflusso del quantitative easing dovrebbero contribuire a mitigare la percezione di questa decisione come eccessivamente dovish. Una BoE meno ‘falco’ rischia di accelerare il deprezzamento della sterlina, un fattore che potrebbe portare a pressioni al rialzo sui prezzi in un momento in cui i prezzi del petrolio sono aumentati e gli aumenti salariali sono ancora molto forti. A giudicare dal mercato dei gilt, la Banca continua a soffrire di una credibilità inferiore a quella della Fed o della BCE, dato che i tassi di inflazione di pareggio rimangono significativamente al di sopra di quelli coerenti con l'obiettivo. A dimostrazione di un'analoga mancanza di fiducia nel Regno Unito in generale, sulla scia della decisione la sterlina si è ulteriormente indebolita nei confronti del dollaro USA, nonostante i rendimenti dei gilt fossero più alti in giornata. Tuttavia, la debolezza della valuta è stata un vantaggio per il FTSE 100, che ha sovraperformato in una giornata difficile per le azioni globali”.

Secondo Jamie Niven, senior fund manager, fixed income di Candriam, "la decisione odierna del Comitato di politica monetaria (MPC) è stata molto combattuta, non solo per i partecipanti al mercato, ma anche per gli stessi membri del MPC: con un risultato di 5 a 4 si è deciso per il mantenimento dei tassi al 5,25%. Il calo dell'inflazione di questa settimana, soprattutto nel settore dei servizi, ha convinto la maggioranza dell'opportunità di mantenere i tassi invariati. Continuiamo a preferire i tassi UK rispetto a quelli globali, viste le sfide strutturali presenti nell'economia del Regno Unito, con il mercato che sottovaluta l'attuale livello di restrizione. Il MPC vorrebbe che l'inflazione salariale scendesse come dimostrazione che sta finalmente vincendo la battaglia dell'inflazione, cosa che, considerando il recente allentamento del mercato del lavoro, riteniamo avverrà presto. Se la tendenza alla disinflazione dovesse continuare e la crescita economica dovesse indebolirsi, prevediamo che la curva UK potrebbe subire ulteriori tagli per la seconda metà del 2024 e oltre".

Per gli analisti di Ebury, “la Banca d'Inghilterra ha riservato una sorpresa dovish, votando di stretta misura a favore del mantenimento dei tassi, dopo quattordici rialzi consecutivi. Riteniamo che il mancato rialzo dell'IPC di agosto di questa settimana abbia forzato la mano alla banca, facendo pendere la bilancia a favore di una pausa immediata. Il MPC sembra sempre più convinto che nel resto dell'anno si assisterà a un forte calo dell'inflazione britannica e che il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro allenterà la pressione al rialzo sui salari. I responsabili politici sono tornati a segnalare i rischi per la crescita e ora prevedono un'espansione quasi anemica dell'economia britannica, pari ad appena lo 0,1% nel terzo trimestre.Come ci si aspetterebbe, la sterlina ha ceduto rispetto alle altre valute in seguito all'inattesa presa di posizione della banca. L'orientamento da falco sui tassi sembra tuttavia limitare le perdite finora, con la BoE che ha ribadito che potrebbero essere necessari ulteriori rialzi se l'inflazione si dimostrasse "persistente". Siamo dalla parte dei falchi del comitato e riteniamo che si stia ponendo troppa enfasi sul deterioramento delle prospettive di crescita a breve termine. Con i salari che crescono a un ritmo record e l'inflazione di fondo ben al di sopra dell'obiettivo della banca, riteniamo ancora probabile un ulteriore inasprimento e prevediamo un ulteriore rialzo di 25 punti base entro la fine dell'anno”.

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