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9/2/2023
Primo week end di settembre, ovvero conto alla rovescia per la ripartenza di tutte le attività. E per il mondo dell’economia e della finanza questo fine settimana, orma da decenni, coincide con il Forum Ambrosetti che, sulle rive del lago di Como, riunisce il gotha dell’economia, della finanza e della politica internazionale con l’obiettivo di discutere delle sfide globali del futuro e l’ambizione di fornire una direzione per i prossimi dodici mesi.
Con l’evento in corso non è possibile tirare le somme dei messaggi trasmessi, ma dalle prime dichiarazioni raccolte dalla stampa a margine degli appuntamenti della tre giorni di Cernobbio, emerge una presa di distanza parte degli attori del settore economico-finanziario e da parte degli economisti rispetto a politici e banche centrali.
A bocciare queste ultime, in particolare la FED americana, ci ha pensato il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz che alla Cnbc ha affermato: “La Fed pensava che la fonte dell’inflazione iniziata nel periodo post pandemia fosse derivata dall’eccesso della domanda e si può capire perché l’abbiano pensato solo se si pensa che non abbiano fatto i compiti a casa. Insomma si trattava di pessima economia. Direi che si trattava di un lavoro di diagnosi difficile. C’erano alcune complicazioni. C’erano alcune aree, settori, luoghi in cui - ribadisce l’economista - c’era una carenza dovuta proprio ad un eccesso della domanda”.
Non è andata meglio, per ora, alla politica italiana che, non viene bocciata, ma sicuramente neanche elogiata per le ultime iniziative in tema extra-profitti delle banche. “Certamente se vengono prelevati dei fondi o del capitale dalle banche qualche effetto si avrà, ma non credo che ci siano risultati allarmanti, perché le banche italiane sono solide”, ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, rispondendo a chi chiedeva se si rischia che le banche alzino i costi dei servizi o riducano i dividendi per effetto della tassa sugli extraprofitti. Ma, ha continuato Gros-Pietro “più che la tassa, è la comunicazione che ha disorientato gli investitori, è importante che gli investitori riescano a capire cosa vuole fare l'Italia nei prossimi anni".
Insomma sarebbe un errore mostrare incompetenza e, per parafrasare le parole di Stiglitz sulla FED, non fare i compiti a casa. Compiti che, a detta di Gros-Pietro, le banche sono pronte a fare, nonostante l’accaduto: “Le banche hanno sempre sottoscritto il debito pubblico italiano, Intesa Sanpaolo è uno dei maggiori creditori dello stato italiano” ha risposto il presidente di Intesa Sanpaolo a chi chiedeva se c’era un rischio di riduzione degli acuisti di titoli di Stato italiani da parte delle banche.
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