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Gestore della settimana, “Mercati, secondo semestre difficile”

6/26/2023 | Redazione Advisor

Nadège Dufossé, global head of multi-asset di Candriam: “Nella nostra allocazione multi-asset, manteniamo nel complesso una posizione neutrale sull'azionario tenendo conto sia dei rischi di rialzo che di ribasso nei prossimi mesi”


“Nel primo semestre del 2023 la performance dei mercati finanziari ha rispecchiato un mix di crescita e inflazione migliore rispetto a quanto previsto dal consenso all'inizio dell'anno. Nel corso del secondo semestre, tuttavia, prevediamo un contesto di mercato meno favorevole, poiché il graduale rallentamento economico proseguirà e le banche centrali manterranno un approccio restrittivo, nonostante un ciclo di inasprimento monetario già senza precedenti nella storia recente”. Questo è l’oulook di Nadège Dufossé, global head of multi-asset di Candriam, per il secondo semestre del 2023.  

“I mercati - rileva la manager - sembrano avere un ripensamento sull'operato della Fed, che verosimilmente non è ancora finito: di conseguenza, siamo moderatamente più difensivi sull’azionario e stiamo riducendo l'esposizione ai titoli azionari dell'EMU, poiché a nostro avviso i prezzi sono diventati poco interessanti. Acquistiamo credito investment grade e debito dei mercati emergenti; nell'eventualità di un atterraggio morbido, infatti, il carry è interessante”.  

Guardando più nel dettaglio all’azionario, Europa e USA stanno andando nella stessa direzione?
“Nella nostra allocazione multi-asset, manteniamo nel complesso una posizione neutrale sull'azionario tenendo conto sia dei rischi di rialzo che di ribasso nei prossimi mesi. Le valutazioni piuttosto sfavorevoli, unite ad attese già positive sugli EPS nonostante la stretta finanziaria in corso, sembrano limitare ulteriori rialzi dai livelli attuali: per le azioni, sembra sia già prezzato uno scenario economico costruttivo. Le azioni dell'Eurozona sono caratterizzate da una crescente vulnerabilità: l'area è tra le regioni più performanti in euro dall'inizio dell'anno, poiché ha beneficiato di una normalizzazione delle incertezze e del calo dei prezzi dell’energia. Tuttavia, il verificarsi di soprese economiche negative e una BCE falco sono venti contrari significativi che giustificano la nostra cautela. Più nello specifico, di recente l’azionario europeo sembra scollegato dall’andamento dell’economia reale. Mentre il PMI manifatturiero dell’Eurozona è sceso sotto i 45 punti, penalizzato tra l’altro da una flessione dei nuovi ordini, i titoli ciclici e difensivi europei stanno prezzando implicitamente una forte ripresa. Se non ci sarà una netta ripresa dell’attività durante i mesi estivi, le azioni dovranno scontare una prospettiva più moderata. Poiché la BCE dichiara di avere ‘ancora strada da percorrere’ alla luce di un’inflazione che resta elevata, prevediamo una sottoperformance delle azioni dell’EMU nel prossimo futuro. Negli Stati Uniti, invece, vi è una crescente concentrazione del mercato su un gruppo ristretto di leader della tecnologia. Data l’attuale polarizzazione del mercato azionario statunitense, abbiamo una posizione complessivamente neutrale su questo segmento. Fondamentalmente, questa concentrazione verso pochi titoli è dovuta alle attese sulla crescita degli utili per le azioni legate alla tecnologia, superiori e in continua ascesa”.

Invece sul fronte obbligazionario come vi state muovendo?  
“Manteniamo un leggero sovrappeso in termini di duration nei nostri portafogli. In base al nostro scenario, è improbabile un incremento dei rendimenti obbligazionari, poiché le banche centrali continuano a concentrarsi sulla stabilità dei prezzi e ci aspettiamo che il binomio crescita/inflazione si allenti ulteriormente nel secondo semestre del 2023. Con l'inflazione che rallenta come ampiamente previsto, ci stiamo avvicinando alla fine del ciclo rialzista. Prevediamo che, prima di dichiarare compiuta la loro missione di stabilità dei prezzi, le banche centrali monitoreranno attentamente se le aspettative di inflazione delle famiglie si consolideranno. Nel reddito fisso siamo neutrali sulla duration dell'EMU, positivi su quella statunitense e sul credito IG, ma ancora cauti sulle obbligazioni HY globali (con una preferenza per l'Europa rispetto agli Stati Uniti). Acquistiamo obbligazioni dei mercati emergenti, che continuano a offrire il carry più interessante; inoltre, l'USD non dovrebbe rafforzarsi. Alla luce della stretta sul credito bancario, gli spread restano al di sopra dei livelli medi storici”.

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