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Italia, la crescita economica rallenta

3/3/2023 | Redazione Advisor

Nel quarto trimestre 2022 il PIL si è contratto dello 0,1%, riducendo il dato annuale a +1,4% dal 2,5% nel terzo trimestre. Il commento di ING


Nel quarto trimestre dello scorso anno il PIL italiano si è contratto dello 0,1% trimestre su trimestre (da +0,4% nel terzo trimestre dell'anno) in termini destagionalizzati. È quanto rilevano i dati rivisti dell’ISTAT, secondo i quali su base annua, il PIL ha registrato un'espansione dell'1,4% (da +2,5% nel terzo trimestre 2022, confermando la decelerazione in corso.

 

“I dati di oggi aggiungono informazioni utili sulla composizione della domanda” commenta Paolo Pizzoli, senior economist di ING. “La variazione delle scorte (-1,1% il contributo trimestrale) e i consumi privati (-0,9% il contributo) hanno agito da freno, mentre il contributo positivo degli investimenti fissi lordi (+0,4% il contributo) e delle esportazioni nette (+1,4%) non hanno pienamente compensato.  

 

Ci aspettavamo che l'effetto combinato dell'aumento dell'inflazione e della crescita piatta dei salari avrebbe finito per intaccare il reddito disponibile reale, determinando un calo dei consumi. E così è stato, nonostante le misure di compensazione messe in atto dal governo. Avevamo notato che nel terzo trimestre 2022 il rapporto di risparmio delle famiglie era sceso pesantemente al 7,1% (al di sotto della media di medio termine), segnalando che per sostenere il livello dei consumi le famiglie avevano dovuto attingere i loro risparmi; i dati di oggi sembrano suggerire che nel quarto trimestre del 2022 le famiglie abbiano preferito aggiustare i consumi.

 

“Avevamo anche previsto che gli investimenti avrebbero tenuto grazie all'effetto combinato dell'afflusso dei fondi UE per la ripresa e degli incentivi fiscali nazionali nel settore delle costruzioni” aggiunge Pizzoli. “I dati lo confermano ma mostrano che anche i mezzi di trasporto hanno contribuito a spingere la crescita trimestrale. La portata del contributo positivo delle esportazioni nette, sostenute da un forte aumento delle esportazioni e da una contrazione ancora più forte delle importazioni, è stata una sorpresa”.

 

In prospettiva, Pizzoli ritiene che l'impatto dell'avvio di un processo disinflazionistico dopo il picco del novembre 2022 dovrebbe migliorare lentamente il quadro della crescita. Per quanto riguarda il trimestre in corso, gli unici dati macro disponibili sono quelli sul mercato del lavoro di gennaio, che hanno confermato una tenuta dell'occupazione nel mese. I dati sulla fiducia, il cui potere esplicativo sull'andamento del PIL è diminuito negli ultimi tempi, sono migliorati sia nel settore dei servizi sia nel settore manifatturiero, che nel corso del 2022 aveva ancora subito l'impatto negativo dei problemi nelle catene di approvvigionamento”.

 

Secondo l’economista nel secondo trimestre di quest'anno l'industria potrebbe tornare a essere un motore di crescita dal lato dell'offerta, “ma sul fronte della domanda il quadro attuale suggerisce una certa prudenza: riteniamo infatti che la restrizione in atto nella politica monetaria della BCE non abbia ancora mostrato tutti i suoi effetti sulla domanda interna. Per il momento - conclude - prevediamo una crescita piatta nel primo trimestre del 2023 e una crescita media del PIL dello 0,7% nel 2023”.

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