Tempo di lettura: 5min
3/3/2023
“A febbraio 2023 è proseguito il «Bear Market Rally» dell’azionario iniziato a ottobre scorso con un ulteriore allungo rialzista, che però si è sgonfiato dopo i ripetuti segnali delle Banche Centrali, che hanno chiaramente detto che sono orientate a continuare la politica restrittiva per lungo tempo, vista l’incredibile resilienza dell’economia occidentale nei confronti delle sfide portate dalla guerra in Ucraina, approvvigionamento di energia e materie, salari, consumi”.
A delineare il quadro intermarket - l’analisi che serve a comprendere quelle che sono le relazioni tra le tre principali asset class, vale a dire azioni, obbligazioni e materie prime - è Andrea Forni (CFTe), consulente finanziario ed esperto di investimenti tematici.
“Il Dollaro Usa non si è fatto attendere, riprendendo forza contro tutte le altre valute. I dati economici mostrano inflazione in diminuzione (ma sempre alta per le Banche Centrali), accompagnata da (quasi) piena occupazione in molti Paesi, che non aiuta a ridurre i costi salariali e gli acquisti di beni e servizi. A fronte di questi buoni dati il nuovo Outlook del Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita 2023 e 2024 risicata per i Paesi Occidentali a fronte dei progressi futuri delle economie in via di sviluppo asiatiche e soprattutto africane. Oltre ai dati economici vanno poi considerati i rischi geopolitici, con nuove tensioni tra Cina e Stati Uniti e la continuazione della guerra in Ucraina (che favorisce però i settori Energia e Difesa)”.
Come si sta muovendo l’equity?
I mercati azionari occidentali hanno incassato il colpo girandosi rapidamente al ribasso a fine febbraio e il sentiment degli investitori è passato dalla «Estrema Avidità» di inizio febbraio a maggiore prudenza. Tutti i settori e tutti i titoli partecipano a questa fase di indebolimento, che se continuerà andando a violare importanti supporti tecnici, confermerà la fine (e la natura) del Bear Market Rally. Adesso manca solo la «capitolazione» degli investitori privati. Il mercato obbligazionario ha reagito facendo ripartire i rendimenti, soprattutto nella parte breve della curva (6m, 2y), indice di tensione e percezione di rischio di breve termine. Le commodity sono sempre più deboli.
La “Grande volatilità” della BCE…
Nell’analizzare gli scenari di investimento attuali e futuri dobbiamo infatti sempre ricordarci le sagge parole di Isabel Schnabel, membro esecutivo della BCE, che l’anno scorso alla riunione dei banchieri centrali di Jackson Hole ha spiegato che stiamo passando «... da una Grande Moderazione a una Grande Volatilità... questi shock, seppure significativi, si riveleranno alla fine temporanei, come nel caso della crisi finanziaria globale.» Le parole della Schnabel devono essere di monito per gli investitori che devono privilegiare la prudenza alla voglia di “fare soldi”, magari per recuperare le perdite accumulate nel disgraziato 2022 a causa del grande crollo delle criptovalute.
Criptovalute che rimangono nell’occhio del ciclone…
Sebbene non rientrino nel mio modello di analisi intermarket “Ruota dei mercati” non avendo ancora trovato una significativa correlazione con le altre asset class del mio scenario, raccomando la massima prudenza, sia per la volatilità delle stesse sia per il rischio di incorrere in truffe e fallimenti. Ricordiamo a febbraio il fallimento dell’hedge fund americano Galois Capital e soprattutto il buco nero che ha inghiottito migliaia di risparmiatori italiani che hanno (o avevano) un conto aperto con l’italianissima piattaforma di exchange The Rock Trading di cui rimane solo una schermata blu che annuncia l’interruzione dell’operatività.
Tutto questo nonostante i moniti delle Banche Centrali…
Sia la BCE sia la Federal Reserve si sono ampiamente pronunciate in merito alle criptovalute, così come si sono prodigate a spiegare agli investitori troppo speranzosi che la politica monetaria restrittiva continuerà per molti mesi. Per non farsi illusioni, basterebbe leggere il Bollettino Economico della Banca d’Italia che riporta integralmente le decisioni prese a Francoforte il 2 febbraio: «Il Consiglio direttivo continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine.»
Come si inserisce questa view sui tassi nello scenario intermarket?
Il rialzo dei tassi in uno scenario intermarket ci porta immediatamente a considerare le conseguenze che questa decisione può avere sul mercato obbligazionario. Ne approfitto per citare un altro passo del Bollettino, quello che spiega le scelte future della BCE in materia di acquisto di obbligazioni dal mercato. La BCE dice che: «Nell'ambito degli acquisti di obbligazioni societarie da parte dell'Eurosistema, i restanti reinvestimenti saranno orientati maggiormente verso emittenti con prestazioni migliori sotto il profilo climatico. Fatto salvo l'obiettivo della BCE della stabilità dei prezzi, tale approccio sosterrà la graduale decarbonizzazione delle obbligazioni societarie detenute dall'Eurosistema, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.» Certo, perché quando si parla di Green Deal e di decarbonizzazione anche la BCE entra in gioco. E a tutti voi consiglio di iniziare a sviluppare uno scenario su questo tema per diversificare i vostri portafogli in ottica “green”. Un tema che peraltro è “intermarket” ed è un’opportunità di investimento di lungo termine (ovvero un megatrend).
Come si posizionano le commodity in questo contesto?
Appunto: pensiamo solo alle materie prime necessarie alla transizione energetica. Alcuni di essi sono già componenti del CRB Index, il paniere di 19 materie prime conosciuto da tutti. Guardando il CRB Index in ottica green economy ci troviamo dentro Rame (6% del totale), Nickel (1%) e Alluminio (6%). Poca roba rispetto alle energie fossili, che pesano il 33% dell’indice. Ma si potrebbe iniziare a scommettere se e quando la transizione energetica comporterà una rivisitazione del paniere a favore delle “nuove” materie prime afferenti alla green economy, come il Litio.
Qual è il giudizio finale sui mercati in questo momento?
L’analisi intermarket è a mio avviso lo strumento chiave per capire i mercati attuali e futuri grazie alla profondità di visione che garantisce all’analista. E il mio modello di analisi “Ruota dei Mercati” oggi mi dice che prima di vedere la fine di questo Bear Market dobbiamo ancora aspettarci un movimento di «capitolazione» lacrime e sangue che ci porti verso “il” minimo. In questo momento di grande incertezza e di volatilità sia sui mercati finanziari sia nell’economia e nella geopolitica, chiudo queste righe raccomandandovi la massima prudenza. In questi frangenti l’obiettivo non è “fare soldi” bensì “preservare il capitale”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie