Si può evitare la recessione? E’ questa la domanda da cui è partito Jean-François Robin, investment executive di Natixis, durante una conference call per presentare le prospettive economiche della società. La risposta è sì, ma la stagnazione è sicuramente più probabile. Per Robin “il percorso di normalizzazione dell’economia è già cominciato dopo gli choc causati dalla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica e dall'aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali”. Anche perché, prosegue il gestore, “la domanda si sta contraendo e i prezzi delle materie prime, dei metalli e del Baltic Dry Index che questo mese hanno toccato i minimi dell'anno, stanno ancora andando verso il basso”.

Ma il costo dell’energia e delle materie prime stanno scendendo anche per un altro fattore: “La Cina, che normalmente rappresenta oltre il 20% del consumo energetico globale, non ha ancora ripreso a marciare a pieno regime, anche perché i lockdown imposti per il Covid rallentano l’economia. In più la politica vaccinale si è rivelata inefficiente”.

Certo, la situazione in Europa è più complicata, vista la maggiore dipendenza dalla forniture russe, ma anche in questo caso la situazione sembra ormai normalizzarsi: “I Paesi europei - rileva il manager - sono riusciti ad accumulare le loro riserve e a diversificare le loro fonti di importazione: questo vuol dire che il problema può considerarsi alle spalle”.

Il vero tarlo del Vecchio Continente rimane l’inflazione galoppante: “Questa - prevede Robin - non raggiungerà il picco prima della fine del 2022”. Diverso il discorso per gli USA, dove "l'azione tempestiva e aggressiva della Federal Reserve ha posto quanto meno un argine all’aumento dell’indice dei prezzi al consumo”. Secondo il gestore di Natixis, la Banca Centrale Europea “seguirà le orme della FED e questo porterà euro a riacquistare gradualmente la sua forza nei confronti del dollaro”.