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La stretta delle banche centrali mette a rischio gli emergenti

6/14/2022 | Daniele Riosa

Tra i cinque sistemi bancari analizzati dal report di S&P Global Ratings, sono quelli di Turchia e Tunisia ad essere più in pericolo in quanto più esposti al rischio di una liquidità globale più scarsa e costosa


I sistemi bancari di Turchia e Tunisia appaiono i più esposti al rischio di una liquidità globale più scarsa e costosa, ha dichiarato S&P Global Ratings in un'analisi pubblicata ieri. Le principali banche centrali stanno inasprendo la politica monetaria più velocemente di quanto inizialmente previsto, il che probabilmente comporterà un inasprimento e un aumento del costo del debito sui mercati dei capitali globali. Alcuni sistemi bancari dei mercati emergenti sono esposti a questo fenomeno sia direttamente, attraverso il loro consistente debito estero netto, sia indirettamente, attraverso l'esposizione a società o soggetti sovrani.

Il rapporto di oggi, "Which Emerging Market Banking Systems Are Most Exposed To External Funding Stress And Why", analizza i sistemi bancari di cinque mercati emergenti che sono potenzialmente vulnerabili ai cambiamenti delle condizioni di liquidità globali: Egitto, Indonesia, Qatar, Tunisia e Turchia. Secondo lo studio, il cambiamento delle condizioni di liquidità globale può passare attraverso questi sistemi bancari attraverso due canali principali:

Un canale diretto

Si tratta di sistemi bancari con un debito estero significativo. Per gli analisti la Turchia e, in misura minore, il Qatar sono i due principali sistemi bancari esposti a questo rischio. L'impatto potrebbe derivare dalla riduzione dei tassi di rinnovo del debito estero e dall'esaurimento delle riserve di liquidità.

Un canale indiretto

Si tratta dei sistemi bancari esposti ad altri agenti economici con un debito estero significativo, come il settore societario (Indonesia) o quello sovrano (Tunisia (senza rating) e, in misura minore, Egitto). L'impatto potrebbe derivare da tassi di rinnovo più bassi per il debito sul mercato internazionale dei capitali per le imprese o da difficoltà di rifinanziamento del debito per i soggetti sovrani, che li spingerebbero ad aumentare la leva finanziaria con il sistema bancario locale o a deprezzare le loro valute, con conseguenti pressioni economiche in questi Paesi.

I risultati dell’analisi di S&P Global Ratings mostrano che la Turchia e la Tunisia sono i Paesi più vulnerabili al cambiamento delle condizioni di liquidità globale. In Turchia, l'impatto potrebbe essere diretto e attraverso tassi di rinnovo più bassi per il debito estero del sistema bancario. Sebbene il sistema bancario sembri avere sufficienti attività denominate in valuta estera, gran parte di esse sono depositate presso la banca centrale o il governo, il che potrebbe ridurne l'utilizzabilità in uno scenario peggiore.  

Nel caso della Tunisia, il rischio è legato maggiormente alla transizione politica del Paese e al suo potenziale impatto sulle discussioni con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). In assenza di una transizione senza intoppi e di un sostegno finanziario da parte dei multilaterali, gli esperti ritengono che il governo potrebbe essere messo a dura prova, con conseguenze negative per l'economia generale e il sistema bancario.

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