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5/5/2022 | Daniele Riosa
Credit Suisse AM taglia al ribasso le stime di crescita per il 2022 e non va oltre il 3,4%, una percentuale ancora più bassa di quella del Fondo Monetario Internazionale, che nel più recente World Economic Outlook, ha previsto una crescita annua dell’economia mondiale al 3,6%.
E’ questa la previsione fatta da Marco Mossetti, senior portfolio manager e Filippo Roncarati, senior relationship manager, di Credit Suisse Asset Management, nel corso dell’evento di chiusura del The Digital Times on tour che si è tenuto il 4 maggio in Borsa Italiana.
Il talkshow, moderato da Manuel Noia (in foto), head of third parties distribution Italy di Credit Suisse Asset Management, oltre che sull’andamento dei mercati e le opportunità d'investimento, si è concentrato sulle tematiche ESG, di cui hanno parlato Fabrizio Gavelli, ceo di Danone Italia e il sondaggista Nando Pagnoncelli, presidente e amministratore delegato di Ipsos Italia.
Come sottolinea Mossetti “siamo di fronte a un choc economico provocato dal mix costituito da meno crescita e inflazione che rende il contesto complicato”. Inoltre “la guerra in Ucraina farà sentire i suoi effetti soprattutto in Europa a causa della dipendenza energetica del Vecchio Continente dalla Russia”. In più si fa strada la questione del credito con “il differenziale di rendimento tra high yield e investment grade che sta crescendo”.
E per finire, a spaventare l’Europa, “permangono forti dubbi sulla solvibilità del debito russo detenuto dagli stati europei”. Mossetti parla poi della “fragilità” che contraddistingue la globalizzazione. “In questo senso – ricorda - la pandemia è stato il suo stress test che però non è riuscito a superare”. Per questo, in futuro, “è necessario accorciare la catena di approvvigionamento e la sua regionalizzazione potrebbe risultare decisiva”.
Per Roncarati efficientare la catena di approvvigionamento vuol dire “ investire sulla robotica stando attenti alle insidie dei continui attacchi hacker. Più saremo connessi, più si paleseranno possibilità di attacchi cibernetici”. E qui che si inseriscono le possibilità di rendimento date dall’investimento in cyber-security.
Dal punto di vista degli investimenti, Mossetti e Roncarati convengono nel dire che “in un contesto di alta inflazione, le materie prime e gli asset reali costituiscono una vera e propria ancora di salvezza. Le materie prime infatti, danno il miglior rapporto di correlazione visto che proteggono con un indice dei prezzi al consumo superiore al 2%”. Infine sottolineano l’importanza della “diversificazione per rischiare di meno”.
Oltre alle commodity, gli analisti di Credit Suisse, spiegano che “in questa situazione è consigliabile avere un’esposizione nella transizione ecologia che come il settore delle infrastrutture rappresenta il volano della futura crescita economica. Quest’ultimo è favorito dal programma di finanziamento europeo, il RePowerEu, e dalla necessità di rinnovamento delle infrastrutture già esistenti”.
Mossetti conclude prevedendo che “l’azionario darà più rendimenti reali al netto dell’inflazione rispetto all’obbligazionario e la tecnologia growth sarà il settore che beneficerà di più del contesto”.
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