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FED, rialzo dei tassi in vista. Le previsioni dei gestori

3/14/2022 | Redazione Advisor

Il mercato si è convinto la Federal Reserve sarà molto più aggressiva del solito, dal momento che, le aspettative di inflazione continuano a salire


Sale l’attesa per la riunione della Federal Reserve del 15-16 marzo. Vediamo quali previsioni fanno i gestori sulle decisioni che assumerà la banca centrale americana.

François Rimeu, senior strategist di La Française AM, sia aspetta che “il FOMC inizierà ad aumentare di un quarto di punto i tassi di interesse per tenere sotto controllo i prezzi. Il rischio geopolitico ed economico non dovrebbe cambiare il contenuto del messaggio hawkish del presidente Powell. Il FOMC alzerà il target range sui fondi federali allo 0,25-0,50% (aumento di 25 punti base), il primo aumento dal 2018. Considerando il rischio di una inflazione elevata persistente e di un mercato del lavoro forte, ci si aspetta che il presidente Powell annuncerà altri aumenti con la possibilità di arrivare a rialzi di 50 punti base se necessario, a seconda dei dati”.

Sui ‘dot plot’, “ci aspettiamo che il Comitato mostri una mediana con sei rialzi per il 2022 (1,625%) e tre ulteriori rialzi il prossimo anno (2,375%). C'è la possibilità che i dots del 2024 mostrino tassi più alti del tasso terminale (2,5%). Non ci aspettiamo cambiamenti sui tassi terminali (2,5%), ma potrebbero esserci domande durante il Q&A con il tasso terminale potenzialmente inferiore ai dots 2024. Sulla sintesi delle proiezioni economiche (SEP), ci aspettiamo che indichino una crescita inferiore nel 2022 (dal 4,0% al 3,7%) e nel 2023 (dal 2,2% al 2,1%). Per il 2024, ci aspettiamo che la crescita resti vicina a quella potenziale (1,8%)”.

Il manager prevede che “il comitato rivedrà le sue previsioni in vista di un'inflazione più alta, con proiezioni che passeranno dal 2,6% al 4,0% nel 2022 (questa è l'inflazione media del T4 2022, non la media del 2022) e dal 2,3% al 2,5% nel 2023. Ci aspettiamo che le aspettative mediane di inflazione rimangano al 2,1% per il 2024. Sulla stretta quantitativa (QT), ci aspettiamo alcuni dettagli (sui tetti massimi) sulla riduzione del bilancio, dato che dovrebbe iniziare dopo i rialzi dei tassi. La dichiarazione post-riunione sarà probabilmente modificata per sottolineare che le implicazioni dell'invasione russa dell'Ucraina sull'economia statunitense sono altamente incerte. Tutto sommato, il rialzo della Fed non sarà una sorpresa per i partecipanti al mercato”. “Ma - conclude Rimeu - ci aspettiamo che il tono globale rimanga hawkish, con un certo appiattimento della curva statunitense”.

Secondo il team strategie di credito globale di Algebris, “questo mercoledì la Fed probabilmente aumenterà i tassi, annunciando quindi la fine della sua politica monetaria storicamente accomodante post Covid. Un rialzo di 25pb sembra stabilito per la riunione di marzo ed è completamente prezzato, a seguito dei commenti di diversi analisti a favore del rialzo di questo mese e la testimonianza di Powell che sostiene i 25pb come caso base. Le probabilità riguardo ad un rialzo di 50pb sono scarse, attualmente prezzate solo al 4%. Inoltre, i dettagli sul Quantitative tightening mostreranno se la Fed comincerà a liquidare il proprio bilancio a giugno o prima, e se inizierà con le partecipazioni ipotecarie solo in presenza di preoccupazioni di liquidità nei treasuries americani. I dati dell’inflazione di giovedì scorso non hanno mostrato segni di rallentamento, dato che l’inflazione core mese per mese è aumentata dello 0,5% per il quinto mese di fila. Abbinato a livelli del mercato del lavoro quasi da record, con un tasso di disoccupazione del 3,8%, il quadro per i rialzi sembrerebbe chiaro, se non ci fosse la guerra in Ucraina. Lo shock negativo dell’offerta di materie prime colpisce sia i consumatori che i produttori negli Stati Uniti, risultando finora in revisioni del consensus del 2022 della crescita di 0,2% e dell’inflazione di +0,9% a partire dallo scoppio della guerra. Le curve dei rendimenti negli Stati Uniti sono già piatte e rischiano di invertirsi, poiché Goldman Sachs stima che l’attuale spread di rendimento a 2 e 10 anni comporti una probabilità del 20-35% di una recessione nei prossimi 12 mesi”.

“I mercati – constatano i gestori - attualmente prezzano 160pb di rialzi nel 2022, ossia una probabilità del 91% che venga prezzato un rialzo di 25pb in ognuna delle sette riunioni della Fed di quest’anno. Riteniamo che i rischi per questo pricing siano in aumento, in quanto l’inflazione persistente delle materie prime potrebbe causare effetti di secondo impatto negli Stati Uniti, disancorando le aspettative di inflazione a lungo termine e costringendo la Fed a anticipare ulteriormente i propri rialzi”.

Althea Spinozzi, senior fixed income strategist per BG SAXO, sottolinea come sia “tutto possibile durante la riunione del FOMC di mercoledì, vista la recente svolta da falco della BCE. Jerome Powell ha recentemente affermato che voterà per un aumento del tasso di 25 pb in questa riunione, ma non esclude un aumento del tasso di 50 pb in futuro, se necessario. Oggi, il mercato si è convinto che la riunione della Federal Reserve sarà molto più aggressiva del solito, dal momento che le aspettative di inflazione continuano a salire. In aumento anche i rendimenti nominali, con quelli a 10 anni che superano il 2,10% per la prima volta da luglio 2019. Sembra che il mercato si stia preparando ad un'escalation dopo la riunione della BCE".

Anche la Federal Reserve, "d'ora in poi, si concentrerà solo sull'inflazione, lasciando alle politiche fiscali le preoccupazioni per un rallentamento della crescita. Un aumento del tasso di 25 pb potrebbe non essere sufficiente se questo fosse il messaggio. I funzionari della Fed potrebbero voler combinare il loro aumento dei tassi con un dot plot aggressivo o un annuncio sul deflusso del bilancio della Fed (o entrambi)”.

“In ogni caso, la volatilità potrebbe aumentare notevolmente. Infatti, questa settimana, il mercato non ha piú il supporto vitale fornito dagli acquisti nell'ambito del programma QE della Fed, terminato la scorsa settimana”, conclude Spinozzi.

Anche Franck Dixmier, global cio Fixed Income di AllianzGI, “non si aspetta sorprese dal prossimo FOMC: la Federal Reserve dovrebbe annunciare un aumento dei tassi di 0,25 punti percentuali per combattere un’inflazione sempre più alta. La Fed dovrebbe anche sottolineare la sua volontà di rimanere agile e di essere pronta ad aumentare i tassi in modo più aggressivo se necessario”. Infine “i mercati dovrebbero mantenere la calma di fronte a una decisione rispetto alla quale sono ampiamente preparati”.

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