Gli investitori professionali si avviano verso la fine dell’anno in modalità “risk-on”, dopo aver ridotto la quota di liquidità nei loro portafogli e aver incrementato le posizioni di sovrappeso sui titoli Usa, portandole ai massimi dall’agosto 2013. E’ quanto rileva il consueto sondaggio mensile di BofA Securities presso i gestori di fondi, che è stato condotto tra il 5 e l’11 novembre scorso.

 

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, i gestori intervistati nella Global Fund Manager Survey ritengono che l'inflazione rimanga il più grande rischio di coda per i mercati, anche se il 61% pensa che si tratti di un fenomeno solo transitorio e si aspetta che la Federal Reserve rimarrà "ben dietro la curva" nell’impostazione della sua politica monetaria. Gli investitori interpellati non si aspettano che la Fed agirà in modo aggressivo, e prevedono in media 1,5 aumenti dei tassi della Fed il prossimo anno, rispetto all'1,1 del mese scorso.

 

La percentuale destinata alla liquidità nei portafogli è scesa al 4,4% a novembre rispetto al 4,7% della survey precedente, e in termini di asset allocation gli investitori hanno aumentato il loro sovrappeso complessivo sulle azioni e ridotto il sovrappeso alle materie prime, mentre sono rimasti estremamente sottopesati sulle obbligazioni. Con l'attenuarsi dei timori sulle pressioni sui prezzi, i gestori hanno optato per una rotazione settoriale, uscendo dai comparti che coprono dall’inflazione, come l’energia, gli industriali e le banche, e spostandosi sui beni discrezionali e la tecnologia, riducendo l'esposizione ai titoli value a vantaggio dei titoli growth.

 

Infine, secondo il 37% dei gestori l’investimento nei titoli tecnologici si conferma il trade “più affollato”, seguito dal Bitcoin, che il 59% dei partecipanti alla survey ritiene che si trovi in una bolla speculativa.