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Il sostegno al credito "sottobanco"

9/7/2011 | Marco Gementi

È probabile che ci ricorderemo il 2011 come uno degli anni caratterizzato dalla maggiore volatilità della storia.


È probabile che ci ricorderemo il 2011 come uno degli anni caratterizzato dalla maggiore volatilità della storia.


Alla luce di questa considerazione Anthony Doyle, team Fixed Income di M&G Investments, ha posto l'attenzione sui rendimenti reali nei mercati dei titoli di stato nel corso dell’anno.

 

"Guardando gli stati membri dell’Unione Europea, si può notare che il mercato dei titoli di stato tedeschi è stato il top performer con un rendimento del 10.0%, seguito da Irlanda e Austria rispettivamente con il 9.1% e il 7.4%. Chi ha investito in titoli di stato italiani ha realizzato un modesto 1.0%, nonostante l’ampliamento dei CDS italiani a 5 anni, passati da 240 a 450 punti base - che allo stato attuale corrispondono al 30% di probabilità di un default da qui ai prossimi cinque anni.


Qui entrano in gioco un paio di fattori. Innanzitutto, i rendimenti sono nelle valute locali. I rendimenti dei titoli di stato sono fattori trainanti per la valuta, che potrebbero fotografare la solidità o la debolezza di una moneta. Al fine di stimare l’impatto delle valute, i rendimenti sono stai rielaborati basandosi sul dollaro statunitense, considerato la moneta di riserva mondiale.


A questo punto abbiamo un quadro più chiaro per prima cosa della debolezza del dollaro USA quest’anno rispetto alla maggior parte delle principali divise, e in secondo luogo dell’impatto che un aumento dell’avversione al rischio avrebbe sui rendimenti dei titoli di stato.
Chiaramente, Svizzera e Norvegia hanno tratto vantaggio dalla forte richiesta di debito governativo e del rafforzamento delle valute sul dollaro. Il tempo ci dirà se l’intervento della Banca Nazionale Svizzera sarà in grado di essere mantenuto senza che l’inflazione diventi un problema per la Svizzera.
Tuttavia, ci potrebbe essere un modo più semplice per la Svizzera per trarre vantaggio da una valuta debole, entrare nell’euro. 

In secondo luogo, le obbligazioni europee hanno registrato buone performance quest’anno, nonostante le preoccupazioni per la capacità dei rispettivi governi di finanziarsi sui mercati capitali. Questi rendimenti mostrano come la Germania rimanga di preferenza un “porto sicuro”, a dispetto delle preoccupazioni sul fatto che dovrà agire da rete di protezione per i paesi periferici. Il risultato è stato il collasso dei rendimenti dei Bund, mentre i titoli di stato dell’Europa periferica ne hanno beneficiato. Gli spread sul debito sovrano dei periferici sono ampi, ma i rendimenti assoluti sono precipitati.


Infine, c’è un enorme elefante nella stanza, e Jean-Claude Trichet ci è seduto sopra. La scorsa settimana la BCE ha acquistato titoli di stato per €13.3 miliardi attraverso il Programma di Sicurezza dei Mercati; questo acquisto ha portato a €188.6 miliardi la spesa totale in obbligazioni governative dell’Eurozona. L’esistenza di un tale compratore sul mercato sta ovviamente mantenendo i rendimento del debito pubblico europeo più bassi rispetto ai livelli di equilibrio.

La questione più importante da assimilare è proprio quanto i governi e i politici possano stimolare le loro economie senza ricorrere ulteriori misure straordinarie di poltica monetaria. Ci sembra infatti che questa sia stata una ripresa senza un ritorno all’occupazione, con i consumi in diminuzione, e una politica fiscale di stimolo che può essere ostacolata dall’enorme debito che grava sui governi.


In precedenza si è parlato di un possibile Quantitative Easing 3, e ora stiamo vedendo che le probabilità che si realizzi stanno aumentando.

Il principale tema all’ordine del giorno del meeting della Commissione per la Politica Monetaria della Bank of England sarà proprio se ricorrere ancora all’alleggerimento quantitativo. Mentre per quanto riguarda l’Unione Europea, la BCE potrebbe essere allo stesso modo costretta a dare un “maggiore sostegno al credito” per il resto del 2011, sostegno che M&G ha ribattezzato “Quantitative Easing sottobanco”".. 

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