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3/25/2021 | Redazione Advisor
“Il Regno Unito e l’Unione Europea hanno adottato un approccio decisamente diverso nel procurarsi e distribuire i vaccini contro il Covid-19”. Tomasz Wieladek, international economist di T. Rowe Price, rileva come la Gran Bretagna si stia avviando a riaprire in anticipo rispetto ai Paesi dell’Eurozona e come questo rappresenti un indubbio vantaggio.
Il gestore spiega che “abbiamo svolto un’analisi interna per stimare la rapidità con cui i Paesi europei riusciranno a uscire dai regimi di lockdown, basandoci su quattro fattori: le forniture di vaccini nei prossimi mesi, l’adesione alle vaccinazioni da parte della popolazione, il tasso di contagiosità della variante Covid-19 più diffusa nel Paese e la rapidità di diffusione dell’immunità ‘naturale’ legata ai casi di infezione passati. Si tratta di relazioni non-lineari: una volta che un certo numero di persone ha ottenuto l’immunità, i contagi calano molto rapidamente – in altre parole, si ottiene la cosiddetta ‘immunità di gregge’. La nostra analisi mostra che nel Regno Unito, il livello di restrizioni necessario a prevenire ondate future dei contagi scenderà probabilmente a zero tra fine maggio e luglio”.
Viceversa, “se la variante ‘inglese’ B.1.17 del virus, più contagiosa, diventerà il ceppo dominante in Francia (come appare probabile), a causa del progresso più lento nelle vaccinazioni, con l’80% della popolazione vaccinata entro il 2021, la Francia potrebbe raggiungere il livello necessario ad allentare le restrizioni solo a settembre, nel caso in cui le forniture si rivelino al di sotto delle aspettative. Lo stesso vale anche per la Germania. In Italia e Spagna, questa soglia potrebbe essere raggiunta tra luglio e agosto”.
“Nel complesso – prosegue l’economista - la nostra analisi mostra quindi che il Regno Unito sarà probabilmente in grado di rimuovere tutte le restrizioni due o tre mesi prima rispetto alla maggior parte dei Paesi dell’Eurozona. Ciò dovrebbe consentire all’economia britannica di sovraperformare rispetto a quelle della maggior parte dei vicini europei a partire dal secondo trimestre 2021 in avanti. Il clima estivo più caldo poi permetterà probabilmente ad alcuni Paesi europei di riaprire a loro volta, ma a differenza del Regno Unito resta il rischio di nuove restrizioni in autunno se non vi sarà un’accelerazione della campagna di vaccinazioni”.
Anche se il Covid-19 non sarà l’unica sfida economica per il Regno Unito a medio termine, l’analista sottolinea che “è sicuramente la più importante nel breve e i mercati finanziari hanno già iniziato a prezzare una sterlina più forte rispetto all’euro. Crediamo che la sterlina possa continuare ad apprezzarsi sull’euro nel corso del secondo trimestre, a quel punto, il clima estivo dovrebbe supportare un forte rimbalzo dell’attività dell’Eurozona”.
“Guardando ancora più avanti – conclude Wieladek - esiste il rischio che le mutazioni del Coronavirus rendano necessarie delle vaccinazioni di richiamo annuali. Il Regno Unito ha investito molto nelle catene di approvvigionamento domestiche e nelle infrastrutture per effettuare le vaccinazioni: ciò aiuterà probabilmente il Paese a far fronte alle mutazioni se necessario, mentre resta ancora da vedere se i Paesi europei riusciranno a eguagliare questi progressi”.
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