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BCE, l’accelerata sul Pepp farà bene ai mercati. I commenti dei gestori

3/11/2021 | Daniele Riosa

Christine Lagarde ha deciso di effettuare gli acquisti del programma per l'emergenza pandemica a un ritmo "significativamente più alto" nel prossimo trimestre


Come previsto, la Banca Centrale Europea lascia i tassi d'interesse invariati dopo la riunione odierna di politica monetaria: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Lo comunica la Bce dopo la riunione di politica monetaria. Intanto, l’istituto di Francoforte ha deciso di effettuare gli acquisti del programma per l'emergenza pandemica 'Pepp' a un ritmo "significativamente più alto" nel prossimo trimestre. Vediamo come i gestori commentano le decisioni assunte da Christine Lagarde.

Wolfgang Bauer, gestore del fixed income team di M&G Investments sottolinea che “dopo che i volumi di acquisti netti nel quadro del Pepp, lo strumento principale della BCE per contrastare le conseguenze negative della crisi Covid, sono diminuiti significativamente nelle ultime settimane, gli investitori obbligazionari europei si domandavano se l’Eurotower avrebbe accettato l’aumento dei rendimenti senza intervenire. Tuttavia, con il messaggio sulla accelerazione “a tavoletta” oggi in conferenza stampa, spiegando che gli acquisti PEPP nel prossimo trimestre saranno effettuati a un ritmo sensibilmente più rapido rispetto ai primi mesi dell’anno, Christine Lagarde ha reso perfettamente chiaro che la BCE resta fortemente impegnata a preservare le condizioni di finanziamento favorevoli nell’area euro”.

Per Nicolas Forest, global head of fixed income e membro del comitato esecutivo di Candriam si chiede se “il PEPP e la comunicazione della BCE saranno sufficienti a prevenire un inasprimento delle condizioni di mercato. Il massiccio stimolo fiscale statunitense continuerà a mettere sotto pressione i mercati obbligazionari globali. La BCE si trova a far fronte a un difficile bilanciamento tra la prevenzione della pressione inflazionistica e il sostegno ai governi indebitati. Senza dubbio il mercato testerà le reazioni della BCE e la sua capacità di evitare un sell-off delle obbligazioni”.

Pasquale Diana, senior macro economist di AcomeA SGR, sostiene che “la BCE potrebbe aumentare gli acquisti in maniera importante tra adesso e giugno, per poi diminuirli di nuovo da luglio in poi. Ad esempio, al ritmo attuale (circa 50milirdi al mese), la BCE rimarrebbe ca 350-400 miliardi al di sotto del limite attuale (1,850 miliardi entro marzo 2022). Quindi, c’è spazio per un aumento degli acquisti di circa 30 miliardi al mese, rispetto ai 50 attuali. Questo rappresenta un supporto importante per il mercato obbligazionario, particolarmente alla luce del fatto che la BCE può aumentare il PEPP se lo giudica necessario. Rimangono ambiguità sul fronte dei parametri, ma la BCE non può e non vuole scoprire le sue carte. La BCE si riferisce alla necessità di preservare ‘condizioni finanziarie favorevoli’, ma la Lagarde è rimasta ancora una volta vaga nel corso della conferenza stampa. Queste condizioni finanziarie includono rendimenti governativi, corporativi, condizioni creditizie. In sostanza, la BCE non guarda un singolo indicatore e mantiene enorme discrezionalità. La Lagarde ha precisato che la BCE non è legata a rigidi targets (ad es. Yield Curve Control)”.

Fabio Castaldi, senior investment manager di Pictet Asset Management, prevede una “positiva reazione dei mercati alla decisione della BCE di incrementare sostanzialmente gli acquisti del Pepp nelle settimane a venire. Periferia europea sugli scudi con il BTP che stringe di 6 punti base contro Bund. La direzione ai mercati obbligazionari viene comunque dettata dai Treasuries americani, ma il supporto della BCE dovrebbe essere ben presente su un’eventuale correzione obbligazionaria US driven. La riunione della Federal Reserve di settimana prossima sarà il vero banco di prova per i mercati obbligazionari”.

Secondo Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM, “la decisione di incrementare gli acquisti si inquadra in un atteggiamento BCE volto sia a difendersi dall'effetto contagio del marcato rialzo dei tassi Usa e sia ad assicurare un controllo dei tassi in un trimestre come quello che sta per iniziare, che sarà caratterizzato da un marcato incremento dei prezzi al consumo. L'effetto immediato sui mercati si è riflesso in modo particolare sul calo dei tassi Btp e relativo spread verso Germania e Spagna. I Btp pertanto risultano essere supportati sia dall'imminente rialzo degli acquisti della Bce sia dal possibile arrivo di ulteriore domanda dal lato bancario dopo la prossima asta Tltro di metà marzo. Sulla base di queste considerazioni è possibile ipotizzare l'azzeramento dello spread Ita/Spagna (attualmente intorno ai 30 pb) con approdo del tasso decennale Btp in area 0,30% con spread intorno ai 70pb entro maggio /giugno, pari cioè al periodo di copertura dell'incremento degli acquisti BCE che comprende anche il periodo in cui sarà stata presentata la nuova versione del Recovery Plan”. 

Silvia Dall’Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, aggiunge che “la BCE ha conservato un tono dovish, offrendo però poche novità. Ha dichiarato che il ritmo degli acquisti aumenterà significativamente nel corso del prossimo trimestre, sulla base di un mix di valutazioni che prendono in considerazione insieme condizioni di finanziamento e prospettive di inflazione. Tuttavia, farà ricorso solo alla flessibilità già prevista dall'attuale programma di acquisto di emergenza pandemico, la cui dimensione è stata confermata a 1.850 miliardi di Euro. Di sicuro le condizioni di finanziamento, confermate nella riunione di oggi come un obiettivo intermedio cruciale per la BCE, sembrano essere ancora interessanti su base storica. Anche dopo il recente sell-off sul mercato obbligazionario, i rendimenti reali sono ancora estremamente bassi per quanto riguarda I governativi, addirittura in territorio negativo per alcuni Paesi. Inoltre, non c'è alcun segno di frammentazione, dato che gli spread sia dei periferici che sul fronte corporate sono rimasti abbastanza contenuti”.

Andreas Billmeier, sovereign research analyst di Western Asset Management, parte del gruppo Franklin Templeton rileva come “i mercati si aspettavano una componente significativa di interessi nel piano di acquisti PEPP della BCE dopo che il ritmo era rallentato in un momento in cui i tassi di interesse sono aumentati rapidamente, ma questo è stato principalmente un argomento di discussione nella conferenza stampa. Includere un commento sul ritmo del piano di acquisti nella decisione formale incrementa chiaramente l'importanza e la visibilità di tali acquisti e rimuove anche un po' di discrezionalità nel decidere quanto acquistare: deve essere di più. Ciò riflette chiaramente le preoccupazioni della BCE sulle condizioni di finanziamento e rafforza il suo strumento attualmente più potente per influenzare tali condizioni. Detto questo, la BCE ha mantenuto una certa discrezionalità non specificando nella decisione di politica monetaria quanto (di più) intende acquistare nell'ambito del PEPP, ma ha rafforzato l’orientamento quantitative, 20 miliardi di euro al mese fino a nuovo avviso, per quanto riguarda l’APP, l’altro programma di acquisti. I mercati obbligazionari hanno registrato un rally in risposta a questa sorpresa accomodante e alla forte dichiarazione di intenti".  

Mohammed Kazmi, portfolio manager, macro strategist, di Union Bancaire Privée (UBP) mette in luce che “il consiglio direttivo della BCE ha annunciato un’accelerazione del PEPP per il prossimo trimestre. Sebbene ci si aspettasse che Christine Lagarde avrebbe commentato questo punto durante la conferenza stampa, il fatto che sia stato inserito nella dichiarazione dà maggior forza al messaggio della BCE che cerca di prevenire qualsiasi irrigidimento delle condizioni di finanziamento. Il beneficiario iniziale è stato il rischio periferico, con gli spread dei BTP che si sono ristretti in conseguenza del maggiore sostegno annunciato da parte della BCE nel breve termine. Pertanto, i BTP sono supportati sia sotto un profilo tecnico attraverso gli acquisti della BCE, sia da sotto un profilo macro, con l’effetto Draghi. L'attenzione sarà ora rivolta al numero degli acquisti settimanali per vedere quanto sarà effettivamente acquistato dalla BCE”.

Per David Riley, chief investment strategist di BlueBay AM, “il messaggio essenziale - e positivo per gli investitori - del policy meeting della BCE di oggi è stato che la Banca Centrale aumenterà ‘significativamente’ il ritmo del suo programma di acquisto di bond nel prossimo trimestre. Nei primi mesi dell’anno, il ritmo degli acquisti della BCE è sceso a circa 14 miliardi di euro alla settimana, rispetto ai 20 miliardi precedenti, e gli investitori temevano che la BCE si stesse muovendo di nascosto verso un taper. L’impegno della BCE ad aumentare il ritmo del suo programma di acquisti riduce significativamente tale rischio. La BCE e la Presidente Lagarde hanno dato un forte segnale di voler agire per evitare che i rendimenti più elevati dei bond del Tesoro USA portino a un inasprimento ingiustificato delle condizioni finanziarie nell’Eurozona e i mercati hanno reagito in linea, con rendimenti inferiori per i bond e spread più contenuti per i titoli sovrani".

Adrian Hilton, responsabile tassi globali e debito dei mercati emergenti di Columbia Threadneedle Investments, spiega che "mentre la Fed e la Banca d'Inghilterra sono state rassicurate dal riprezzamento reflazionistico dei mercati obbligazionari dall'inizio dell'anno, la BCE si è distinta per aver tentato di ridurre l'aumento dei rendimenti a lunga scadenza. Con la decisione odierna di aumentare gli acquisti di obbligazioni nel prossimo trimestre, la banca ha mostrato la volontà di fare qualcosa di concreto. Presiedere il consiglio direttivo deve essere come provare a riportare le pecore all’ovile, e l'apparizione di Christine Lagarde alla conferenza stampa post-riunione ha lasciato la netta sensazione che il consenso ottenuto sia fragile. Aumentando il ritmo di acquisto ma mantenendo la dimensione complessiva della dotazione del PEPP, e impegnandosi a 'mantenere' piuttosto che 'fornire' condizioni di finanziamento favorevoli (nonostante il suo lapsus verbale suggerisse il contrario), la decisione rivela un certo disaccordo che potrebbe complicare comunicazioni future".

Andy Mulliner, head of global aggregate strategies di Janus Henderson Investors rimarca alcune criticità sulle decisioni di oggi: "La Banca Centrale si trova in una posizione scomoda, i rendimenti obbligazionari più alti, dovuti al miglioramento delle prospettive di crescita globale, rappresentano sia una notizia positiva che una sfida, in quanto rischiano di agire come una stretta passiva delle condizioni dell’Eurozona. Il fatto che le previsioni d'inflazione della BCE rimangano sostanzialmente al di sotto dei target, giustifica la risposta di oggi. Si tratta di una sorpresa positiva per i mercati e i rendimenti sono calati. Tuttavia, il problema cronico della bassa inflazione persisterà una volta terminato il trimestre; non è ancora dato sapere cosa succederà poi".

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