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1/20/2021
Per la prima volta dal 2017, i fund manager ritengono che il Bitcoin sia il trade più affollato al mondo, insieme a quello sui tecnologici Usa. I gestori intervistati da Bank of America nell’ultima edizione della Global Fund Manager Survey, vedono infatti segnali che le posizioni lunghe nella più grande valuta digitale stiano raggiungendo livelli senza precedenti, mentre tanto i piccoli trader quanto i grandi investitori istituzionali si stanno aggregando al boom delle criptovalute.
I risultati del sondaggio di BofA non implicano necessariamente che una più elevata percentuale di gestori di fondi possiedano Bitcoin. Ma è un altro segnale della sempre più elevata attenzione sullo strepitoso rialzo del 400% messo a segno dalla regina delle criptovalute nell'ultimo anno, un rally su cui si stanno dividendo i giudizi di alcuni dei più grandi nomi della finanza.
La survey mostra anche che i gestori stanno incrementando l'esposizione alle strategie tipiche di un contesto caratterizzato da reflazione, posizionandosi sulle small cap, sui titoli value e i mercati emergenti. Le allocazioni in azioni sono aumentate toccando il livello più alto degli ultimi tre anni, sulla scorta della convinzione che si sia all’inizio di un nuovo ciclo economico. Il 73% degli investitori professionali, la percentuale più alta dal 2010, prevede infatti che l'economia globale sia alle prese con un'espansione di inizio ciclo, e stanno quindi scommettendo sui titoli che tradizionalmente beneficiano della ripresa economica, anche se permangono rischi legati alle valutazioni e a nuovi lockdown. Gli stimoli fiscali statunitensi e le speranze legate ai vaccini stanno anche spingendo un numero record di trader a prepararsi per un irripidimento dalla curva dei tassi e un'inflazione più elevata.
Tra gli altri punti chiave rilevati dal sondaggio, condotto tra l’8 e il 14 gennaio, BofA segnala che i fund manager hanno aumentato l'allocazione al comparto dell’energia, ai materiali, banche, small cap, mercati emergenti, in una rotazione settoriale che li ha condotti ad abbandonare il comparto healthcare, la tecnologia e l’azionario statunitense. La liquidità è scesa al 3,9% dal 4%, che secondo BofA rappresenta un segnale di vendita.
I rischi più grandi, secondo gli intervistati, sono legati all’implementazione delle campagne vaccinali per il Covid, a cui seguono eventuali “bizze” nel mercato obbligazionario e una bolla a Wall Street. L'esposizione ai titoli dei mercati emergenti è aumentata di 7 punti percentuali, che ha portato a un sovrappeso netto del 62%, rendendola la regione preferita dai gestori, mentre il Regno Unito rimane ancora l’esposizione regionale maggiormente sottopesata.
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