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8/28/2020 | Daniele Riosa
Svolta espansiva della Federal Reserve nel meeting di Jackson Hole. La banca centrale americana ha infatti deciso di adottare una nuova strategia che porterà a una politica monetaria strutturalmente più espansiva, e per periodi più lunghi, rispetto a quella prevedibile finora. Di seguito riportiamo i commenti di alcuni gestori.
Secondo Rikkert Scholten, portfolio manager del team global macro di Robeco, “l'attuale duplice mandato della Fed è quello di promuovere la stabilità dei prezzi e di massimizzare l'occupazione sostenibile. Pur sottolineando il carattere ampio e inclusivo del suo obiettivo occupazionale, il cambiamento si è concentrato principalmente sull'aspetto della stabilità dei prezzi. Nell'obiettivo attuale, il target di inflazione è stato definito come inflazione PCE al tasso del 2% a lungo termine. Powell ha annunciato che la stabilità dei prezzi sarà definita come la ricerca di ‘un'inflazione che raggiunga un tasso medio del 2% nel tempo’. Inoltre la Fed sottolinea il desiderio di superare l'obiettivo dopo un periodo di inflazione più bassa affermando che ‘dopo periodi in cui l'inflazione è stata costantemente al di sotto del 2%, una politica monetaria appropriata mirerà probabilmente a raggiungere un'inflazione moderatamente superiore al 2% per un certo periodo di tempo’.
Il gestore prevede, per i prossimi anni, “il proseguimento dell’ambiente di rendimento controllato per i tassi statunitensi. Qualsiasi aumento materiale dei tassi di interesse a lungo termine rischierebbe di danneggiare la politica dei tassi zero della Fed sull'economia reale. La Fed troverà probabilmente difficile accettare una tale mossa nell'attuale contesto di aumentata incertezza economica. L'immediata risposta del mercato all'annuncio conferma questa opinione. La curva 2-30 si è in realtà modestamente appiattita”.
Axel Botte, senior strategist di Ostrum AM, sottolinea come “non ci sono stati interventi in materia di controllo della curva dei rendimenti; il tema è stato comprensibilmente lasciato fuori dalle discussioni di natura politica e può essere discusso nei prossimi incontri del FOMC in relazione all'attuazione pratica dei programmi di acquisto. Il FOMC mirerà ad un'inflazione del 2% nel corso del tempo. ‘Nel corso del tempo’ è l'ipotesi più diffusa in questo momento e la Fed potrebbe consentire un'inflazione moderatamente superiore al 2% per un certo periodo. Cosa si intende per ‘moderatamente al di sopra dell'obiettivo’? La lunga fase di inflazione al di sotto dell'obiettivo potrebbe essere indicativa della fase di inflazione al di sopra dell'obiettivo che la Fed potrebbe tollerare. Rimane in dubbio se la Fed possa tollerare, ad esempio, due anni di inflazione al 3,5%... La Fed ha solo ribadito la necessità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, in quanto l'effettivo limite più basso può limitare la politica in corso”
“La nostra opinione – conclude Ostrum - è che i tassi zero e il QE ci accompagneranno per anni. Il contesto generale verrà rivisto ogni 5 anni”.
David Riley, chief investment strategist di BlueBay Asset Management, rileva che “il discorso di Powell, pur essendo importante, non ha dato nuove notizie, ma si è limitato ad affermare ciò che gli investitori avevano già concluso e i mercati finanziari hanno reagito di conseguenza. La Fed non solo vuole un aumento dell'inflazione, ma vuole che l'inflazione sia superiore al suo obiettivo del 2% per un certo periodo di tempo per recuperare l'ultimo decennio di bassi livelli, ma Powell non ha segnalato alcuna ulteriore azione politica che rafforzi la credibilità del suo obiettivo di inflazione".
L'evoluzione del framework della Fed, "a seguito di un processo di revisione durato 18 mesi, come indicato nel discorso di Powell a Jackson Hole, era stata ben segnalata in anticipo e si rifletteva già nel fatto che i mercati obbligazionari non stavano prezzando alcun aumento dei tassi fino alla fine del 2023, come minimo. Al prossimo monetary policy meeting di metà settembre gli investitori torneranno a sperare in un ulteriore pacchetto fiscale da Washington e in ulteriori politiche di stimolo da parte della Fed”.
Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM, evidenzia come “i cambiamenti apportati sono di fatto due: tollerare un livello di occupazione al di sopra del massimo livello e portare il target di inflazione dal valore puntuale del 2% al valore medio del 2% nel tempo (over time)”.
Gli operatori, pertanto, “in vista di una Fed che tollera una inflazione più alta, stanno riportando i tassi al rialzo, il che porta come conseguenza ad un apprezzamento del dollaro e a un calo dell'oro. Le borse stanno invece tenendo: un contesto con maggior inflazione per le aziende potrebbe comportare aumento del fatturato (più consumi oggi anziché in futuro) e potenzialmente dei margini”.
“Questa reazione – chiosa Cesarano - potrebbe continuare nei prossimi giorni per cercare di fare pressione affinché la Fed porti a qualche rassicurazione sui tassi in vista della riunione del 16 settembre, quando verranno anche aggiornate le previsioni dello staff su Pil, inflazione ed occupazione o Un occhio di riguardo però alle borse: l'iniziale effetto benefico di una Fed più tollerante verso un'inflazione più alta potrebbe però essere vanificata se i tassi dovessero risalire in modo più marcato e soprattutto rapido in vista del 16 settembre”.
Per gli esperti di PIMCO "mentre l'annuncio della Fed è arrivato prima del previsto, le conclusioni sono state in linea con i cambiamenti evolutivi, non rivoluzionari, del quadro di riferimento della Fed che si attendevano da tempo. La revisione dello 'Statement on Longer-Run Goals and Monetary Policy Strategy' della Fed ha rivelato la preferenza della banca centrale per un'inflazione media del 2% nel tempo, ma si è fermata prima di implementare una nuova regola di targeting dell'inflazione o di preferire qualcosa di più di un 'modesto' superamento dell’obiettivo di inflazione. L'altra conclusione è stata l'enfasi sui vantaggi di consentire al mercato del lavoro di raggiungere il massimo dell'occupazione, resa ufficiale nella dichiarazione attraverso il passaggio a un obiettivo di disoccupazione asimmetrica".
PIMCO ritiene che "con il rallentamento dell'economia che pesa sull'inflazione e con i mercati che stanno già valutando una politica altamente accomodante, i funzionari della Fed avranno bisogno dell'aiuto dei responsabili delle politiche fiscali per raggiungere l'obiettivo di inflazione media delineato nel loro nuovo quadro di riferimento".
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