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8/7/2020 | Daniele Riosa
“Nel secondo trimestre di quest'anno l'economia statunitense ha registrato una contrazione di oltre il 9% su base annua. I primi indennizzi di disoccupazione settimanali relativi alla settimana terminata il 24 luglio sono stati 1,43 milioni, un aumento rispetto ai livelli precedenti del mese stesso”. Mobeen Tahir, associate director, research di WisdomTree, rileva che “queste cifre costituiscono uno spiacevole promemoria della portata dei danni economici provocati dalla pandemia in corso. Un rialzo degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) a giugno e luglio offre un barlume di speranza. Essi indicano i primi segnali di quella che potrebbe essere una lenta e prolungata ripresa”.
La Fed “ha mantenuto il suo tono accomodante dopo gli incontri della scorsa settimana. L'allentamento monetario è diventato un fattore chiave dei mercati, tanto da divenire quasi una componente esplicita del programma della Banca Centrale americana. Ma, finché l'inflazione non aumenta in modo significativo rispetto ai livelli attuali, tale atteggiamento accomodante appare non solo giustificabile, ma forse anche inevitabile. Il destino della ripresa economica dipende anche da ulteriori stimoli da parte del governo statunitense, un aspetto su cui il Congresso sta ancora discutendo vivacemente”.
Risk-on o risk-off? “Quando si tratta di risultati economici che hanno un impatto diretto sui prezzi delle asset class – risponde l’esperto - i mercati o ‘prezzano’ l'impatto a priori, in modo da non essere sorpresi - o reagiscono quando l'evento si verifica. Per cogliere appieno l'impatto dei dati economici del secondo trimestre, osserviamo i movimenti dei prezzi nei mercati statunitensi nel corso del mese di luglio: L’S&P 500 Index ha registrato un +5,6% (Risk-on). L’oro ha ottenuto una performance positiva del +10,9% (Risk-off). L’indice della volatilità VIX ha registrato un -19,6% (Risk-on). I rendimenti dei Treasury a 10 anni hanno registrati un -19,5% (Risk-off). Nessuno di questi ha mostrato una reazione a sorpresa all'annuncio del PIL relativo al secondo trimestre e, in generale, hanno continuato sulla traiettoria già tracciata nel mese di luglio. In teoria, ciò significa che i mercati avevano già valutato la contrazione economica”.
Ma i sentiment contrastanti hanno un senso? “Da tale comportamento del mercato – evidenzia il manager - possiamo trarre tre importanti insegnamenti. Il primo: è necessaria una visione olistica dei mercati: per valutare il sentiment del mercato, gli investitori dovrebbero guardare a tutte le classi di attivi come se si trattasse di un portafoglio diversificato. Quando la liquidità è elevata e i tassi di interesse sono estremamente bassi, il capitale deve essere impiegato. Gli investitori partecipano quindi alla ripresa ciclica investendo in asset rischiosi, ma diversificando con beni rifugio come l'oro e i Treasury”.
In secondo luogo “il sostegno monetario ha dato solidità ai mercati azionari: le azioni statunitensi hanno messo da parte la contrazione del 9,5% dell'economia. Con gli indici azionari statunitensi ai loro massimi storici o più, è difficile sostenere che tale contrazione sia stata prezzata. Se gli investitori gestiscono i loro rischi utilizzando la diversità e non riducendo l'esposizione azionaria, ciò conferisce ai mercati azionari una certa resilienza di fronte ai rischi economici.
Terzo punto: “ci può essere un notevole potenziale di rialzo: finora, i rendimenti delle azioni di aziende tecnologiche hanno fatto da apripista e questo difficilmente sarà transitorio. La pandemia ha solo accelerato alcuni cambiamenti tematici di natura tecnologica, che erano comunque destinati a verificarsi.”
Detto questo, se un vaccino dovesse aiutare il mondo a uscire dalla pandemia, ciò potrebbe creare un forte scenario rialzista per tutte le azioni, poiché anche i settori più colpiti dalla pandemia si riprenderebbero. Le aziende di alta qualità che sopravvivono alla crisi in corso saranno alla fine le più grandi vincitrici”, conclude Tahir.
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