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Columbia Threadneedle, le turbolenze dei mercati azionari non sono finite

5/8/2020 | Marcella Persola

Nel corso della web conference la società attraverso Colin Moore, global cio e Willian Davies, cio EMEA hanno evidenziato quali sono le probabilità di ripresa e le implicazione del Covid sui mercati


Secondo gli esperti di Columbia Threadneedle le ripercussioni sanitarie del Covid-19 influiscono direttamente sul contesto economico globale. Nel corso della web conference organizzata dalla società martedì 5 maggio sono 4 le macroaree sulle quali concentrarsi per avere una visione globale sul tema.

Dapprima le ripercussioni sanitarie, seppure non si è dei medici e degli specialisti i dati e le statistiche possono aiutare. Nello specifico il team di esperti della società sta analizzando il propagarsi del Covid-19, ma anche l'efficacia o l'insuccesso delle politiche di contenimento, oltre a passare al vaglio i tentativi volti a "normalizzare" l'attività economica al diminuire dei tassi di contagio. “Esaminano anche i tassi di guarigione e di mortalità, in quanto in una situazione come questa il profilo demografico connesso ai decessi è fondamentale. Se la distribuzione della mortalità dovesse cambiare sostanzialmente, andando a colpire la popolazione attiva, le conseguenze sulla crescita e sulla ripresa economiche globali di lungo termine potrebbero rivelarsi deleterie, imponendo altresì una revisione delle previsioni. Tuttavia, anche il persistere dei trend di mortalità attuali potrebbe tradursi in cambi comportamentali capaci di influire sulle abitudini di spesa o di risparmio dei consumatori, così come sull'organizzazione delle catene produttive da parte delle aziende” spiega Colin Moore, global chief investment officer.

 

Inoltre man mano che verranno pubblicati i numeri ufficiali del danno economico, assisteremo a una notevole contrazione dell'attività mondiale per effetto delle chiusure. E quindi potranno essere chiare le conseguenze economiche. “Pur consentendo di quantificare quanto è già successo, i parametri economici "ordinari" non permettono di valutare cosa accadrà. Di conseguenza, abbiamo spostato l'attenzione su altri indicatori economici, ad esempio livelli di inquinamento, traffico e spostamenti dei telefoni cellulari. Una volta incrociati, questi dati permettono di rilevare la ripresa degli spostamenti, un potenziale indicatore importante dell'attività economica. Per quanto riguarda i movimenti delle persone, ci stiamo concentrando maggiormente sugli spostamenti durante il fine settimana (tendenzialmente volontari) come parametro di sostenibilità, anziché su quelli nei giorni feriali (che possono essere condizionati dal datore di lavoro)” continua Moore.

 

"Nel nostro scenario di base, partiamo dal presupposto che le banche centrali manterranno le loro misure e, in determinate circostanze, le espanderanno addirittura. Ciò vale anche per le misure fiscali. Tutte queste misure sono essenziali per correggere l'attuale crisi economica". È quindi ipotizzabile, ma meno probabile, un recupero a forma di V entro sei mesi (fino al quarto trimestre del 2021) e un recupero a forma di L che potrebbe estendersi oltre il 2022. Guardando alle implicazioni sul mercato William Davies, cio EMEA sottolinea che "le obbligazioni statunitensi a 10 anni riflettono le stime della politica monetaria statunitense, che ora escludono una ripresa nel quarto trimestre del 2022 in Europa se il PIL segue la famosa forma a U, ma rallenterà ancora per qualche anno se sarà finalmente a L. Quest'ultimo scenario ha una possibilità del 53%”.

 

Ma ciò che è rilevante è il differenziale "tra i BBB bonds", cioè il basso rating creditizio, e i "treasury” americani". Lo spread (o differenza) tra le performance di queste attività spesso anticipa recessioni più profonde nei mercati azionari se si osserva la storia. “L'aumento dei rendimenti delle obbligazioni a basso rating (BBB) con una certa stabilizzazione in quelle con rating più elevato segna un forte disallineamento nel mercato del debito che tende a far scattare i default. Questo vale soprattutto per quelle aziende che hanno un debito più insostenibile e finiscono per chiudere le loro attività. Questo alto differenziale (oltre 450 punti base) si è visto solo in 3 momenti negli ultimi 100 anni: nel 1929, nel 2008 e ora nel 2020. Nelle ultime due crisi finanziarie, il mercato azionario è sceso di oltre il 50% dai suoi massimi storici, mentre ora Wall Street ha contenuto le cadute per perdere il 33,92% dai massimi storici del 19 febbraio ai minimi del 23 marzo. Nonostante questi livelli siano attualmente inferiori a quelli osservati nelle due recessioni finanziarie, va tenuto presente che sono "di grande entità" e che possono generare turbolenze che possono essere trasferite ai titoli azionari” conclude Davies.

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