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Sell in May and go away? Forse no

5/4/2020 | Redazione Advisor

Gli esperti di Federated Hermes spiegano come il Covid-19 possa mettere in discussione i classici paradigmi del mese di maggio sui mercati finanziari


Eoin Murray, Andrew Jackson e Geir Lode di Federated Hermes spiegano come e perchè il Coronavirus possa mettere in discussione i classici paradigmi del mese di maggio sui mercati finanziari globali.

 

“Una differenza fondamentale tra l'attuale crisi pandemica e le altre che i mercati finanziari hanno dovuto affrontare” spiega Eoin Murray, head of investment, international, della società americana, “è che non esiste un particolare settore della società o dell'industria che possa essere ritenuto "responsabile".  Infatti, dinanzi ad un virus come quello che stiamo combattendo, le società e le comunità si sono unite in maniera forte per concentrarsi sulla miriade di problemi a portata di mano, e agli effetti di primo, secondo e terzo ordine.  Ci sono stati molti esempi di aziende che hanno contribuito all'innovazione, allo sviluppo di farmaci e alla riconfigurazione degli strumenti e dei processi di produzione per facilitare tutto ciò, compresi alcuni affittuari del nostro gruppo immobiliare. Tali aziende hanno abbracciato le proprie responsabilità aziendali nei confronti di una vasta gamma di stakeholder, facendo pienamente proprio il mantra dell'ESG/investimento responsabile.  In futuro, attribuiamo a questo approccio un potenziale di crescita, con le aziende che si stanno concentrando meno su alcune attività focalizzare sugli azionisti e sugli esecutivi come le operazioni di buyback azionario.  Dal nostro punto di vista, questo ci suggerisce che le aziende con bilanci solidi con standard ESG evidentemente elevati (niente greenwashing!) saranno sempre più apprezzate dagli investitori”.

 

Andrew Jackson, head of fixed Income, evidenzia che quello di maggio è tradizionalmente un mese di vendite: “vedremo come andrà a finire dopo la fase tumultuosa di marzo e aprile. È interessante notare l'interesse per le società energetiche, dato che il settore è stato nell'occhio del ciclone. Una delle società più attive all'inizio della scorsa settimana è stato Occidental Petroleum, con acquisti molto aggressivi in tutta la curva. Questo dimostra quanto sia irregolare il mercato in questo momento”.

 

Geir Lode, head of global equities, International di Federated Hermes si sofferma sulle possibili conseguenze degli interventi di politica fiscale e monetaria. “Gli investitori di una certa età possono ora temere la temuta curva di Phillips - l'inflazione come conseguenza indesiderata della riduzione della disoccupazione. Ma gli investitori più giovani possono essere confusi da questa preoccupazione, non avendo mai conosciuto l'inflazione per oltre un decennio. In questo contesto gli investitori dovrebbero mantenere l'esposizione alle aziende con forti modelli di business sostenibili ed essere meno preoccupati per le valutazioni a breve termine.  Finché i tassi d'interesse rimangono bassi e la curva di Phillips rimane paralizzata, un orizzonte d'investimento a lungo termine e titoli sostenibili anche a valutazioni elevate, offre agli investitori il profilo di rendimento del rischio più interessante” conclude il gestore.

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