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"Bond? Tenetevi i Treasury, ma non quelli dei Pigs"

8/9/2011 | Massimo Morici

Secondo Jim Leaviss, head of retail Fixed Interest di M&G, è improbabile che i fondi vendano i titoli di Stato Usa, anche se vi sarà un ulteriore downgrade


Standard & Poor's ha annunciato venerdì notte il taglio del rating americano da AAA a AA+, un downgrade che riguarda il mercato da 9 mila miliardi di dollari dei Treasury e pone il Paese sotto un outlook negativo. Moody's, invece, ha confermato il rating. Ma secondo Jim Leaviss, Head of Retail Fixed Interest at M&G, è probabile un nuovo declassamento, se non vi saranno tagli alla spesa, o se si verificherà un ulteriore deterioramento delle previsioni economiche.


Nonostante ciò, la perdita del rating tripla A non significa necessariamente un impatto sullo yield per le obbligazioni. "Ad esempio, il Giappone - spiega ha perso il rating tripla A ma lo yield si mantiene a livelli estremamente bassi.Il declassamento americano non ha causato forti reazioni nello yield dei Treasury – yield americani a 10 anni erano scambiati 7 punti base più bassi qualche ora fa. S&P ha mantenuto stabile l'outlook di breve termine sul il credito americano, pertanto è improbabile che i fondi monetari si vedano costretti a vendere i Treasury".


Diversa la views sulla Banca Centrale Europea (BCE), che ha annunciato domenica che il piano di acquisti di bond governativi sarà utilizzato in modo più deciso e lunedì ha difatti acquistato grandi quantità di obbligazioni italiane e spagnole. "Questo - sottolinea Leaviss - ha causato una forte corsa a questi asset, con yield a dieci anni più bassi di 70/80 punti base. Anche i CDS sono scesi in modo significativo".
 

"Per i gestori di fondi - conclude - questo significa che l'analisi del credito è ora altrettanto importante per le obbligazioni governative quanto lo è per le obbligazioni corporate". Sulla composizione del portafoglio, il Team Retail Fixed Interest di M&G mantiene, infatti, un'esposizione minima sul debito sovrano dei Paesi periferici dell'Eurozona, proprio per le preoccupazioni dei gestori riguardo a un possibile default, mentre ha aggiunto attivamente esposizione ai governi tripla A, quali le obbligazioni sovrane di Regno Unito, Germania e Norvegia.

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