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3/6/2020
Per il 2020, le principali fonti di rischio per le prospettive macro sono la diffusione globale del Covid-19 e la possibilità di una presidenza di Bernie Sanders. E’ la view di Regina Borromeo, senior portfolio manager del team global macro fixed income di Robeco. “Sanders è un politico anti-establishment e, per molti versi, un outsider e un sovvertitore” spiega la Borromeo. “Da quando ha perso contro Hillary Clinton per la nomination nel 2016, ha perfezionato la sua macchina elettorale per costruire una solida base tra i gruppi precedentemente sottovalutati, come i giovani e gli elettori di origine latinoamericana”. Il suo energico messaggio anti-establishment e socialista contro le grandi imprese e i ricchi ha certamente guadagnato consensi, e il Presidente Trump ha dimostrato che il dominio politico e il comportamento anti- sistema possono essere vincenti.
Quali sono dunque le proposte di Sanders in un Paese così fortemente capitalista? “Uno dei punti salienti della campagna di Sanders è la disuguaglianza sociale” - spiega la Borromeo - “alcuni elementi delle sue politiche, come la remissione del debito degli studenti, le lezioni gratuite nelle università statali, una serie di aumenti delle imposte, un incremento del salario minimo a 15 dollari all’ora e l’assistenza sanitaria gratuita universale, si concentrano proprio su questo. Queste proposte riscuoteranno il favore di molti americani, ma alcune delle sue priorità politiche sono sfavorevoli per i mercati”.
Quattro politiche in particolare secondo la strategist di Robeco potrebbero gravare su di essi:
• Aumenti delle imposte: Sanders vuole abrogare gli sgravi fiscali di Trump, e vuole anche introdurre un prelievo dello 0,5% sulle operazioni in azioni, dello 0,1% su quelle in obbligazioni e dello 0,0005% su quelle in derivati.
• Regolamentazione del sistema finanziario: Sanders vuole smembrare le sei più grandi banche statunitensi considerate “too big to fail”, e reintrodurre il Glass-Steagall Act, che separa l’attività di investment banking da quella di retail banking.
• Rivoluzione nella sanità, con l’estensione universale di Medicare (“Medicare for All”) che sostituirebbe le assicurazioni sanitarie private con un programma federale single-payer,
• Spesa pubblica federale: questa voce comprende un’ampia gamma di programmi, che riguardano per esempio l’edilizia abitativa, l’istruzione e i trasporti, nonché un “Green New Deal” per affrontare il cambiamento climatico. Solo quest’ultimo costerebbe 16.000 miliardi di dollari in 10 anni.
I settori più direttamente interessati sarebbero quindi quelli farmaceutico, sanitario e bancario.
Cosa comporta tutto questo per un mercato già tormentato dal coronavirus? “Se la candidatura di Sanders sfociasse in una nomination per le presidenziali, l’avversione al rischio e la volatilità aumenterebbero, vista la crociata contro le grandi imprese, l’enfasi sulla regolamentazione finanziaria e i programmi fiscali restrittivi del senatore” evidenzia la Borromeo. “Medicare for All avrebbe un notevole impatto negativo sul comparto farmaceutico, sui produttori di materiale per dialisi e di dispositivi medici, e le assicurazioni sanitarie. Avrebbe anche ricadute moderatamente sfavorevoli sul settore delle attrezzature e forniture mediche. Con l’aumento della volatilità, tuttavia, si presenteranno particolari opportunità che daranno agli investitori, che preferiscono il value investing, la possibilità di decretare vincitori e vinti”.
“Forse l’ultima parola dovrebbe spettare a John Adams, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che fu il secondo presidente degli USA dal 1797 al 1801” conclude la manager di Robeco. “In una lettera del 23 marzo 1776 Adams scrisse: “In politica, la via di mezzo non è sufficiente.” Trump e Sanders non hanno certo preso questa strada”.
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