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Luci e ombre della BCE di Mario Draghi. L'analisi di AXA IM

1/22/2020 | Lorenza Roma

Tentori analizza i trend dei portafogli di investimento in reazione alle politiche monetarie e alle azioni di quantitative easing


I sacri principi di politica monetaria sono abbastanza intuitivi e si applicano dappertutto. Tranne che in Giappone e in Europa. Forse funzionano in parte negli Stati Uniti, ma non sempre. Alessandro Tentori, CIO AXA IM Italia, analizza i trend dei portafogli di investimento in reazione alle politiche monetarie e i risultati del QE in Europa rispetto agli obiettivi sanciti dal mandato della BCE.

 

L’idea del ribilanciamento dei portafogli in risposta alla politica monetaria non è una idea nuova: Il rischio finanziario viene riallocato all’interno di una economia e/o trasferito all’estero. Nella propria definizione di “portfolio rebalancing” la BCE suggerisce che gli investitori possono scegliere di utilizzare i ricavi dalle operazioni di QE per l’acquisto di altri asset. In generale, questo meccanismo aumenta la domanda per gli asset finanziari, riducendo lo yield anche per quegli asset che non vengono comprati direttamente dalla banca centrale.

 

"Le statistiche sui flussi di investimento dei fondi Europei ci propongono un quadro più sfuocato del previsto, ha dichiarato Tentori. Gli investitori sembrano aver favorito le classi obbligazionarie durante il periodo di quantitative easing della BCE. Il mio sospetto è che ci sia stato un processo di ribilanciamento, ma all’interno delle classi obbligazionarie stesse, cioè da titoli con un profilo di rischio di credito contenuto a titoli più rischiosi". "Inoltre, riguardo ai prestiti bancari, le passività del bilancio hanno attratto un volume crescente di ricerca, soprattutto nel periodo di tassi negativi", ha aggiunto il CIO.

 

“La compressione dei rendimenti obbligazionari che ha caratterizzato il recente passato può offuscare ulteriormente la relazione tra i tassi d’interesse ufficiali e le valutazioni dei titoli finanziari. In futuro dobbiamo prendere in considerazione la relazione triangolare tra banche, investitori istituzionali e consumatori e i possibili effetti di sostituzione tra transazioni bancarie e quelle effettuate dagli investitori istituzionali”, ha concluso Tentori.

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