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11/12/2019 | Redazione Advisor
Mike Biggs, investment manager delle strategie obbligazionarie local emerging Market di GAM Investments, spiega che “dalla conferenza di autunno del Fondo Monetario Internazionale tenutasi a Washington DC sono emersi due temi principali: primo, le tensioni commerciali tra USA e Cina sono destinate a protrarsi nel tempo e la globalizzazione ha raggiunto un picco; secondo, gli attori politici stanno attualmente cercando di gestire i danni”.
“Gli investitori più pessimisti – argomenta l’esperto - preannunciano una brusca frenata della crescita causata dalle dispute commerciali. Inoltre, dopo i tagli dei tassi di interesse da parte di Fed e BCE i margini per un ulteriore stimolo fiscale sono molto limitati e l’efficacia delle politiche monetarie sta venendo meno”.
I più ottimisti “si focalizzano sulla “fase uno” dell’accordo tra USA e Cina e l’operato dei negoziatori, con il rinvio dei dazi di ottobre. Da solo, questo avvenimento simboleggia una riduzione degli ostacoli al commercio globale e dovrebbe essere sufficiente per una ripresa della crescita, in particolare in Cina. Inoltre, gli effetti dei tagli dei tassi si manifestano con un certo ritardo, quindi gli interventi del secondo e del terzo trimestre dovrebbero spingere la crescita in futuro. La situazione in Siria sembra essersi fatta più tranquilla e ci sono speranze di una risoluzione per la questione Brexit”.
“Tendiamo a favorire la visione più ottimistica, la crescita globale è adeguata, e i policy maker stanno offrendo uno stimolo significativo all’economia. Se le tensioni commerciali dovessero attenuarsi, ci aspettiamo un’accelerazione della crescita globale di cui dovrebbero beneficiare gli asset di rischio. I dati recenti che influiscono sulla nostra view macro sono relativi al credito e all’attività in Cina, il bank lending survey della BCE, i report sul commercio nei mercati emergenti”, conclude Biggs.
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