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Debito emergente, la valuta forte batterà quella locale

8/26/2019 | Daniele Riosa

Leggi l’analisi di Rodriguez, analyst emerging markets group di TCW


“Diversi Mercati Emergenti hanno driver idiosincratici che li rendono meno vulnerabili alle dinamiche commerciali e alla crescita globale”. Spencer Rodriguez, analyst emerging markets group di TCW, spiega che “i principali sono le economie sudamericane che rappresentano una parte sostanziale dell’Indice, come il Brasile, i cui asset sono sostenuti dalla riforma delle pensioni in corso. A seguito del passaggio della riforma, l’outlook migliore per la sostenibilità del debito fornirà più spazio alla Banca Centrale per un allentamento”.

Al contrario, “le economie nordasiatiche sono più esposte alle ripercussioni negative delle dispute commerciali USA-Cina e al loro impatto sul ciclo degli investimenti. In questo nuovo contesto, crediamo che gli asset emergenti in valuta forte sovraperformeranno quelli in valuta locale nel breve period”. 

"Il debito dei mercati emergenti in valuta forte – continua l’esperto - resta interessante, poiché i suoi benefici significativi in termini di carry e valutazioni continuano ad attrarre flussi di capitale nell’asset class. L’indice JPMorgan EMBI Global Diversified rende il 5,4%, in un contesto in cui il 73% del fixed income globale rende meno del 3%. Anche le dinamiche dell’offerta sono favorevoli, con un’offerta netta attesa per l’anno piuttosto contenuta: i Mercati Emergenti infatti stanno prestando attenzione alla gestione dei passivi e si stanno finanziando di più attraverso i mercati locali”.

L’analista sottolinea che “siamo più cauti sull’outlook per il debito in valuta locale. In attesa di maggiore chiarezza sulle vicende commerciali, ci concentreremo maggiormente su opportunità idiosincratiche meno correlate con la performance complessiva degli Emergenti. Inoltre, stiamo riducendo l’esposizione ai mercati con elevata volatilità valutaria e a quelli più vulnerabili ai deflussi di capitale, come l’Indonesia. È probabile che rischio e volatilità aumentino nei prossimi mesi, dato il mutamento del quadro macroeconomico globale e le crescenti tensioni commerciali”.

“Vari eventi geopolitici, come le proteste ad Hong Kong, le tensioni sul Kashmir e relative a Iran e Corea del Nord, potrebbero pesare sul sentiment di rischio, specialmente in Asia, regione sulla quale rimaniamo sottopesati”, conclude Rodriguez.

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