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PIR ed ELTIF: le differenze più sostanziali

8/2/2019 | Redazione Advisor

Cosa distingue i due strumenti finanziari? Lo abbiamo chiesto all'avvocato Fabio Ciani, tributarista.


Quali sono le principali differenze tra PIR ed ELTIF? Due strumenti di cui si è parlato molto sul mercato, il primo per la forte raccolta registrato lo scorso anno e il secondo perché la "scarsa" invece diffusione. Abbiamo rivolto il quesito all' avv. Fabio Ciani, tributarista.

 

"PIR (Piani Individuali di Risparmio) come i Fondi ELTIF (European Long Term Investment Fund), purché siano rispettati i vincoli di investimento previsti dalla normativa. Questa è la risposta che si desume dalla circ. 3/E/2018, par. 7.1 e la risposta ad interpello n. 97 dello scorso 5 aprile. I fondi ELTIF sono OICR di recente introduzione (art. 1, co. 1, lett. m-octies1), D.Lgs. 15.12.2018, n. 233), con lo scopo di convogliare capitali verso investimenti a lungo termine (ossia attività non liquide in quanto esercitate da società non quotate).

 

I vincoli posti in capo ai fondi ELTIF riguardano la composizione degli investimenti e la detenzione minima (holding period) degli stessi. L’Agenzia delle entrate risponde, con il citato ultimo documento di prassi, alla richiesta avanzata da una società di gestione del risparmio (SGR) che ha istituito un OICR del tipo ELTIF la cui composizione dell’attivo, e la durata minima dell’investimento, lo rende PIR compliant (di cui all’art. 1, co. 104, L. 232/2016).

 

La tipologia di investimento, che può desumersi anche dal regolamento di gestione del fondo (da cui risulta il rispetto dei vincoli, dei limiti e dei divieti previsti dal comma 104 citato), si qualifica come investimento qualificato anche qualora includa PIR compliant, in quanto essi stessi investimenti qualificati. Il rispetto di questo vincolo si riverbera, quanto ai benefici fiscali, sul sottoscrittore delle quote del fondo. PIR ed ELTIF condividono la finalità, ossia quella di veicolare il risparmio verso le PMI. Ma a parte lo scopo comune, i due strumenti risultano essere differenti tra loro.

 

Al momento questi strumenti finanziari non hanno riscontrato il successo sperato, per cui non si può escludere che possa giungere a breve un altro affinamento normativo ed interpretativo. Lo scorso anno i fondi legati ai Pir hanno raccolto 4 miliardi di euro, in frenata rispetto ai 10,9 miliardi del 2017. L’arresto ha aperto la strada agli ELTIF, che non hanno agevolazioni fiscali, ma che paiono più idonei a far affluire le risorse alle PMI, spina dorsale, come noto, del nostro tessuto imprenditoriale. Ecco perché incentivi fiscali simili a quelli previsti per i PIR (in particolare sulla tassazione del capital gain) potrebbero essere estesi, vista la medesima finalità dello strumento, anche agli ELTIF strumenti che non presentano limiti massimi di investimento e hanno un orizzonte temporale di investimento a lungo termine, caratteristiche che li rendono adatti a fornire risorse all’economia reale (infrastrutture, industria, servizi).

 

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