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7/18/2011 | Massimo Morici
Sarà un secondo semestre 2011 sotto il segno della volatilità, secondo la società del risparmio gestito britannica Schroders, almeno stando ai segnali di queste settimane, in particolare allo scontro tra i livelli del debito negli Stati Uniti, la politica fiscale messa in atto dalla Casa Bianca e gli appetiti per il rischio presenti nel mercato finanziario.
La cosa più importante per gli investitori, spiegano gli analisti, è tenere a mente che la causa fondamentale di tutte queste sfide è l'alto livello di debito, sovrano e dei privati, accumulato negli ultimi vent'anni negli Stati Uniti. Che nei prossimi mesi imprigionerà le attività economiche e smorzerà l'impatto delle tradizionali misure per stimolare l'economia. Del resto il secondo trimestre 2011 si è concluso a giugno con segnali di rinnovata debolezza, una situazione politica bloccata e un rapido avvicinamento del debito sovrano al livello massimo, tanto da spingere Moody's a mettere sotto osservazione gli Usa per un possibile downgrade del rating da tripla AAA a doppia AA.
Picco del debito degli Stati Uniti che, secondo gli analisti, sarà raggiunto per evitare un default tecnico. La debolezza sul fronte occupazionale (disoccupazione al 9,2%) non è un segnale di una possibile caduta in recessione, sebbene la probabilità che accada sia senz'altro aumentata e il risultato dipenda soprattutto dalle decisioni in materia fiscale e monetaria: per questo gli analisti si aspettano una prolungata politica di normalizzazione da parte della Fed, con tassi d’interesse ancora non per molto vicini allo zero. Tuttavia anche il possibile downgrade del rating agli Stati Uniti (che è lo scenario peggiore) non dovrebbe preoccupare più di tanto gli investitori: sarà un evento temporaneo, perché il paese ha le capacità di rispettare i propri obblighi.
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