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6/12/2018 | Greta Bisello
Nelle ultime settimane l’attualità finanziaria guarda con attenzione al caso “Italia”, che ha sorpreso gli operatori con uno scenario completamente differente da quello di qualche mese fa, quando gli ottimi risultati in termini di performance e sovra performance non lasciavano presagire nulla. In poco tempo infatti l’Italia è riuscita a tornare indietro di qualche anno, quando il rischio Paese dettava in Europa le linee guida da tenere sui mercati finanziari, una condizione di incertezza riemergeva preponderante e le scelte di investimento dei più erano guidate dal concetto, probabilmente effimero, di “fly to quality”.
A differenza tuttavia di situazioni già vissute, analizza Alessandro Allegri (nella foto), a.d. di Ambrosetti Asset Management SIM, oggi la crisi appare confinata all’area Euro: i riflessi a livello globale infatti non si sono visti e in una visione più allargata i temi centrali restano focalizzati sulle attese di sviluppo economico globale, seppure in un contesto più complicato rispetto a qualche trimestre fa.
Gli Stati Uniti attraversano una fase più matura di ciclo economico, da metà 2017 si registra un aumento dell’inflazione, trainato dall'incremento dei prezzi delle materie prime e dei salari. Ora lo snodo è legato al significativo aumento dei tassi di interesse (10Y Usa al 3%) che, se da un lato ha portato problemi sulle performance obbligazionarie, dall’altro sembra essere stato assorbito con un sostanziale controllo da parte del mercato azionario. Certamente l’incognita maggiore resta legata ai rapporti commerciali fra le diverse aree: le potenziali ramificazioni dell’introduzione dei dazi e il relativo impatto sull’economia globale non sono ancora affatto chiari e riteniamo che, in questo frangente, la volatilità non accennerà a ridursi, sebbene le controversie commerciali che agiteranno i mercati non dovrebbero modificare il contesto globale di miglioramento della crescita in atto. Maggio consegna risultanti decisamente altalenanti: l’azionario globale cresce di misura (+0.31% lindice Msci World) con Stati Uniti in ripresa (+2.16%), Giappone debole (- 1.68%), Area Euro in crisi (-3.67%), con la periferia in crollo (Italia -9.15%, Spagna -5.16%) e mercati Emergenti in seria difficoltà (-3.75%) appesantiti dal Sud America (Brasile -10.8% e Messico -7.6%). Anche sul lato settoriale sono proseguite le divergenze con il comparto Technology in forte crescita (+6%) mentre Telecommunication (-5%) e Finanziari (-3.95%) faticano a dare indicazioni di stabile miglioramento.
Prosegue l'analisi l'a.d. di Ambrosetti, all’interno del comparto obbligazionario le divergenze sono state ancora più marcate. Da un lato abbiamo il decennale americano che, dopo aver raggiunto velocemente al rialzo la soglia del 3%, ha giustamente incontrato le prime significative resistenze a un ulteriore e immediata crescita, tornando a offrire dei ritorni di performance positivi per gli investitori in obbligazioni Usa.
Sul fronte Euro invece è stata la volatilità a farla da padrone. La crisi “Italia” ha generato dei flussi di vendita di carattere straordinario sui Btp (-6%nel mese) che hanno completamente invertito le crescite di inizio anno mentre la contrapposta ricerca di sicurezza ha fatto volare al rialzo i prezzi delle obbligazioni tedesche con i tassi 10Y e 2Y tornati non tanto lontano dai minimi storici.
Si ritiene in conclusione che la soluzione delle recenti problematiche commerciali, politiche e economiche non sarà immediata ma le prospettive restano costruttive per la conclusione dell’anno. In termini di dinamica i mercati azionari hanno identificato dei livelli di sostegno fondamentali proprio nei primi mesi di quest’anno, che ora si candidano come solida base di tenuta del quadro strategico. Lo scenario prospettico per il mese di giugno resta focalizzato su un atteggiamento prudenziale. I tempi per ricreare una condizione di crescita solida non sono brevi e bisognerà accettare nelle prossime settimane ancora una dinamica altalenante. Eventuali debolezze ulteriori tuttavia rappresentano più un’opportunità di investimento che un reale rischio dell’inizio di una crisi sistemica. Allungando l’orizzonte temporale di misurazione dei ritorni le condizioni di fondo sono quindi positive.
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