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5/2/2018 | Greta Bisello
Nonostante i recenti movimenti e incognite che hanno caratterizzato il primo trimestre, la propensione al rischio è rimasta intatta: a livello globale gli investitori hanno fatto fluire 43 miliardi di dollari in fondi emergenti, quasi il doppio rispetto agli altri Q1 degli anni recenti. I flussi in entrata di quest’anno ammontano già a due terzi del totale dell’anno precedente
Peter Elam Håkansson, cio e fondatore di East Capital evidenzia come i mercati in cui East Capital investe sono stati interessati da diversi eventi politici significativi, come le dimissioni di Zuma in Sudafrica, il discorso sullo stato della nazione fatto da Putin prima della sua prevedibile vittoria nella campagna presidenziale, la rimozione dei limiti temporali per il mandato presidenziale in Cina, annunciato durante il congresso del partito comunista cinese.
I mercati non hanno però considerato l’importanza di questi eventi – sbagliando, molto probabilmente. La geopolitica, tuttavia, è stata protagonista per buona parte del trimestre, tra annunci di un’imminente guerra dei dazi, accordi bilaterali, trattative e incontri per la denuclearizzazione della penisola coreana, ulteriori accuse rivolte alla Russia e a una possibile intromissione del Cremlino nelle elezioni presidenziali USA del 2016, la responsabilità delle media company in questi sviluppi, la crisi diplomatica tra Russia e Occidente a seguito dell’avvelenamento di una ex spia, le assunzioni e i licenziamenti di Trump che hanno ulteriormente indebolito alcuni rapporti chiave per gli Stati Uniti, gli accordi sul nucleare dell’Iran.
Secondo Håkansson la maggior parte di questi eventi hanno un impatto estremamente limitato sui fondi East Capital e sui fondamentali delle compagnie presenti in portafoglio. Proseguono gli effetti positivi delle riforme in diversi Paesi, prima tra tutti la Cina.
Guardando al futuro, conclude l'esperto, la speranza è che una guerra commerciale aperta tra Cina e USA venga evitata, ma è lecito aspettarsi maggiori turbolenze sul fronte geopolitico. La volatilità è tornata, ma è un fattore che si è spesso rivelato positivo per gli investitori attivi.
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