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5/2/2018 | Greta Bisello
Prosegue l'espansione del ciclo economico, gli esperti si chiedono quanto ancora potrà durare e quali elementi potrebbero fare invertire il senso di marcia.
Secondo l'analisi di Johanna Kyrklund, global head of multi-asset investments, Schroders, gli indicatori da tenere sotto osservazione sono le future mosse della Fed, la curva dei rendimenti dei Treasury, il dollaro che continua a rimanere debole.
Ma non solo, uno degli argomenti più dibattutti dall'inizio di questo anno è stato quello delle guerre commerciali. Le recenti mosse del Presidente americano Trump suggeriscono che le guerre commerciali non sono il punto di approdo della vicenda. Piuttosto, è probabile che si stia cercando un accordo con la Cina che possa essere presentato come una vittoria in vista delle elezioni di metà mandato in programma a novembre.
Di recente, anche il comparto tecnologico è finito sotto la lente d’ingrandimento politica, con Facebook nell’occhio del ciclone. Non si tratta tuttavia di un settore che Schoreders ha enfatizzato, a causa dei timori dovuti ad alte valutazioni soggette a un passo indietro sulla scia dell’aumento del costo del denaro. Le recenti paure dovute a una maggior regolamentazione non fanno che sostenere le nostre impressioni negative sulle valutazioni attuali.
In definitiva, prosegue l'analisi di Kyrklund, c'è consapevolezza della posizione in cui ci si trova: la conclusione del ciclo. I listini azionari degli Stati Uniti e dei Mercati Emergenti hanno sovraperformato, il dollaro si è indebolito e lo yen giapponese si è rafforzato, al pari delle valute dei Paesi Emergenti.
In termini di asset allocation, la view sul mercato azionario è positiva, ritenendo che il sostegno derivante dalla crescita degli utili sarà abbastanza forte da più che compensare i rischi di de-rating tipici delle fasi conclusive di un ciclo economico. Sul mercato obbligazionario, c’è il potenziale per un rally di consolidamento nel breve periodo, ma il quadro di medio termine rimane negativo a causa delle pressioni sul fronte della crescita e dell’inflazione. Per quanto riguarda le commodity, positivi grazie al sostegno dei fattori ciclici e dell’attuale disciplina dal lato dell’offerta. Infine, sul fronte del credito, nonostante il lieve miglioramento delle valutazioni, un momentum degli investimenti e fondamentali economici più deboli offrono un minor supporto.
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