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AllianceBernstein, Brexit: tra un anno l'addio

3/29/2018 | Greta Bisello

La data è scritta, 29 marzo, quello che risulta ancora piuttosto incerto sono i termini dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, quanto forte sarò l'impatto per l'economia britannica


Dodici mesi per dirsi addio tra Gran Bretagna e Unione Europea ma il percorso è ancora abbastanza nebuloso. Di sicuro c'è soltanto un accordo di transizione che impegna Londra a rispettare le regole europee vigenti senza contestazioni.

Per aziende e investitori con prospettive di lungo termine, dunque, non c’è visibilità su quali potranno essere i termini finali e, soprattutto, su come questi potrebbero influenzare le loro attività.

 

Nel frattempo, nell'analisi si Mark Phelps, CIO, global concentrated equity di AllianceBernstein, ad essere poco chiare sono anche le prospettive per l’economia del Regno Unito. Da un lato molte aziende esportatrici hanno visto salire gli ordini dopo il deprezzamento della sterlina del 2016, ma questo trend sta ormai perdendo la sua forza. Molteplici realtà internazionali hanno continuato poi ad investire in Gran Bretagna, nonostante le preoccupazioni circa la futura esclusione dal mercato europeo. Questo si è verificato, in particolare, nell’area dell’information technology, ad opera di operatori come Google, Facebook e Booking.com.

Il settore che sta soffrendo di più risulta quello manifatturiero, i produttori di automobili ad esempio stanno ridimensionando gli investimenti nell'attesa di più dettagli circa le scelte che si faranno in fatto di commercio. A giovarne sono altri hub finanziari come Dublino, Lussemburgo e Francoforte.

 

Nei mesi che hanno seguito il referendum per l'uscita si è parlato molto spesso di due opzioni sul tavolo delle trattative: hard o soft Brexit; il primo scenario sarà negativo per la sterlina ma non necessariamente per l'economia britannica. Quello che si aspetta Phelps è un rallentamento generale dei risultati domestici, per colpa di un fattore incertezza e della debolezza generale anche fuori dai confini britannici con maggiori dazi e tensioni commerciali.

 

Per il futuro comunque, l'incertezza non dovrà rappresentare un deterrente per non investire in società britanniche o più in generale in aziende europee con esposizione al mercato UK. Davanti a forti incognite la cosa migliore è identificare società capaci di andare al di là dello scenario politico e trarne vantaggio a lungo termine. Ricavi solidi e una posizione competitiva che può essere applicata in diversi mercati.

 

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