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12/6/2017 | Greta Bisello
Crescita globale sincronizzata e costante negli ultimi mesi, pressione inflazionistica contenuta che spinge Anima a consigliare investimenti sulle asset class più rischiose.
Rendimenti positivi per quasi tutti i principali indici azionari internazionali, leggermente negativi per area euro e Italia e positivi per tutti gli indici obbligazionari governativi e corporate.
Gli indici PMI continuano a fare bene anche comparati ai risultati di un mese fa: record il dato europeo più deludente quello degli Stati Uniti.
Se prendiamo in considerazione l’inflazione, questa è rimasta stagnante nel 2017 eccezion fatta anche in questo caso per i dati che arrivano da oltreoceano dove l’inflazione core ha raggiunti livelli che non si vedevano dal 2009, subito dopo la recessione.
Per rispondere a questo risveglio che in ogni caso sarà graduale, le banche centrali si mettono in marcia nel sentiero della normalizzazione, anch’esso un processo lento e graduale.
La situazione politica risulta tanto delicata negli Stati Uniti quanto in Europa, da una parte si attende che la riforma fiscale prenda una forma univoca tra le due proposte accettate alla Camera e al Senato. Due appuntamenti politici segneranno l’agenda europea: elezioni regionali catalane il 21 dicembre e le elezioni in Italia la prossima primavera.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO E VALUTE
Nel report, Anima continua a predicare prudenza e cautela a livello globale sul fronte obbligazionario.
Su quello valutario invece, per il cambio euro-dollaro persiste neutralità per il 2018. Lo scorso anno alcuni elementi avevano dato forza alla divisa europea come risultati macroeconomici, percezione del rischio politico e scelte delle banche centrali.
Sulla sterlina il consiglio quello della prudenza, i trattati Brexit si avviano alla loro fase centrale e rimane una buona dose di incertezza.
MERCATO AZIONARIO
Nel medio termine circa l’azionario il giudizio di Anima rimane positivo grazie al sostegno della crescita globale che rimane sostenuta. Nel breve termine invece non si escludono delle prese di profitto, in particolar modo nei settori più ciclici.
Nello specifico il mercato azionario americano non sembra ancora da vendere. L’indice S&P500 ha toccato nel corso del mese i massimi storici e la crescita attesa del Pil per il 2017 in termini reali si attesta al 2,2%, in un contesto di crescita globale pari al 3,7%. Nonostante si sia all’ottavo anno di ciclo positivo, quindi, sembrano esserci margini di crescita, con una probabilità di recessione ancora bassa.
La migliore area da inizio anno è quella che riguarda gli emergenti. Nel 2018 i maggiori differenziali positivi sono attesi provenire da Brasile e India, i maggiori differenziali negativi dal rallentamento previsto in Cina e in Turchia. Nel prossimo anno dovrebbero venir meno alcuni fattori che hanno concorso per far sì che le valute emergenti si apprezzassero.
Visione che resta positiva per le borse asiatiche e Anima si attende che il trend di apprezzaemento prosegua nel medio periodo.
Il Giappone in particolar modo rappresenta, insieme all’Eurozona, la scelta preferita, grazie anche alla riconferma di Shinzo Abe che darà continuità al governo nipponico e alle scelte della BoJ unitamente a uno yen che si mantiene stabile. Bisognerà mantenere l’attenzione alta su società capaci di garantire una forte crescita degli utili.
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