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Gestore della settimana: Artemis, tornano in scena gli emergenti

9/4/2017 | Marcella Persola

Le azioni dei mercati emergenti hanno iniziato bene il 2017, sovraperformando rispetto a quelle dei mercati sviluppati nel primo semestre. Ma è sostenibile questo andamento?


Le azioni dei mercati emergenti hanno iniziato bene il 2017, sovraperformando rispetto a quelle dei mercati sviluppati nel primo semestre. È sostenibile questo andamento? Lo abbiamo chiesto a Raheel Altaf, gestore del fondo Artemis Global Emerging Markets Fund di Artemis.

"Le azioni dei mercati emergenti hanno iniziato bene il 2017, con un aumento del 18,5% e una sovraperformance del 7,7% rispetto a quelle dei mercati sviluppati, calcolati in dollari, per il semestre concluso il 30 giugno. È sostenibile questo andamento? I dati economici sono decisamente favorevoli e si stanno rafforzando i segnali di una ripresa globale sincronizzata, con il 90% dei paesi circa in fase di espansione, come confermato dai relativi PMI (indici dei responsabili degli acquisti che rilevano la crescita economica), che presentano valori superiori a 50" spiega il gestore.

 

Siete ottimisti sull'area?

Le azioni e le obbligazioni dei mercati emergenti stanno attirando ingenti flussi di capitale e noi pensiamo che le cose continueranno così. In un contesto in cui gli investitori cominciano a mettere in dubbio le valutazioni di alcuni mercati sviluppati (gli USA, in particolare), i mercati emergenti sembrano presentare valutazioni interessanti, oltre che utili in crescita e revisioni positive degli utili.

Le principali esposizioni del fondo Artemis Global Emerging Markets vedono un sovrappeso in Corea, Cina e Tailandia e un sottopeso a Taiwan, in Brasile e in India. A livello di settore, abbiamo una propensione per le aree più cicliche dei mercati, con sovrappesi negli industriali, nei chimici e nelle costruzioni. Abbiamo una minore esposizione ai settori tecnologico, alimentare e delle bevande. Pertanto il fondo mostra interessanti caratteristiche finanziarie, rappresentate da un rapporto prezzo-utili pari a 9,9x a fronte di 12,4x per il mercato, con uno sconto del 19%.

Riteniamo che valutazioni iniziali convenienti e una crescita più rapida di quella dei mercati sviluppati formino una potente miscela. I mercati emergenti offrono al momento interessanti opportunità a lungo termine per gli stock picker.

 

Quali sono i rischi maggiori da monitorare e che permangono?

Nonostante le nostre opinioni positive sui mercati emergenti, siamo sempre consapevoli dei rischi specifici di ogni paese. Infatti, quest’anno è riemerso il rischio politico in alcune aree. In Brasile, nell’ultimo di una serie di scandali politici, il Presidente Temer è stato accusato di corruzione, a seguito di un presunto coinvolgimento in una storia di mazzette con JBS, uno dei maggiori produttori di carne al mondo. Solo un anno fa, Dilma Roussef, la presidente in carica prima di Temer, è decaduta a seguito di una procedura di impeachment. Anche se questo non ha impedito al mercato azionario brasiliano di essere uno dei migliori performer a livello globale nel 2016, la recente notizia è stata accolta con scetticismo dagli investitori. Il giorno in cui la stessa fu pubblicata, l’Ibovespa ha aperto con un ribasso del 10% e le negoziazioni sono state sospese brevemente. La debolezza è stata limitata alle azioni brasiliane, però. Al momento è opinione diffusa che i mercati emergenti sono un gruppo eterogeneo e che, quindi, gli effetti contagiosi di tali eventi sono limitati.  

 

Con i rischi politici che si allentano ci si concentra sui fondamentali...

Si esattamente, con i rischi politici che indietreggiano, gli investitori si stanno concentrando di nuovo sui fondamentali. Le economie emergenti si sono stabilizzate, raddrizzando i conti pubblici negli ultimi anni e, infatti, molte di esse sono meno indebitate dei paesi sviluppati. C’è anche un numero crescente di aziende ben gestite, con margini di profitto in fase di recupero e, quindi, con utili in crescita. Eppure, nei mercati emergenti le azioni passano di mano a sconto rispetto a quelle dei mercati sviluppati.

 

Ma guardando ai tre settori principli dell'indice MSCI Emerging Markets che osservazioni possiamo fare?

 

Le azioni dei mercati emergenti sono ora nel complesso molto meno dipendenti dai prezzi delle materie prime rispetto a prima. I titoli tecnologici sono andati particolarmente bene, grazie alla domanda globale di componenti utilizzati nell’elettronica. Il mercato azionario coreano, composto al 50% da titoli tecnologici, è salito del 28% quest’anno.  Le azioni di Samsung, una delle maggiori aziende del settore, sono aumentate di più del 30%. Le vendite di smartphone rappresentano ancora una notevole quota dei ricavi di questa società, anche se la crescita in questo comparto sta rallentando. D’altro canto, la crescita degli utili di Samsung dipende sempre più dalla domanda di display e chip di memoria. Nonostante queste evidenti caratteristiche di crescita, le azioni della società sono più convenienti di quelle delle sue omologhe a livello globale.

Anche le azioni cinesi hanno sovraperformato, grazie soprattutto alla transizione del Paese ad un’economia basata sui consumi. Le tendenze dei consumatori alimentano i profitti delle aziende e il crescente uso dell’e-commerce e dei social media in Cina hanno sospinto in borsa aziende internet quali Alibaba e Tencent, le cui azioni rappresentano al momento le maggiori componenti dell’indice. Una domanda di automobili in aumento – specialmente di SUV – ha contribuito all’ottima performance di Geely.

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