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6/29/2017 | Redazione Advisor
Il rischio politico in Europa si è affievolito con la vittoria di Emmanuel Macron, ma l'ipotesi crescente di assistere alle elezioni generali italiane nel mese di maggio 2018 costringe a non abbassare la guardia anche perché "i Movimento 5 Stelle, antieuropeista, continua ad ottenere buoni risultati nei sondaggi. Tuttavia, anche se fosse il maggiore partito, avrebbe comunque bisogno di una coalizione per poter governare. Inoltre, se dovesse indire un referendum sull’appartenenza dell’Italia all’UE, la vittoria del no all’UE non sarebbe certa". È questa l'opinione di Keith Wade (nella foto), Chief Economist & Strategist, Schroders, che nel suo ultimo report ricorda che "i problemi strutturali e cronici dell’Europa non sono scomparsi. Macron, pur con un forte mandato, deve affrontare il compito gravoso di riformare l’economia francese. La competitività relativa dei diversi Paesi dell’Eurozona resta un problema. Paesi come la Germania, e la Francia in maniera minore, sono in grado di tenere sotto controllo il costo del lavoro. Le economie periferiche come l’Italia e la Grecia tendono a trasformare ogni beneficio derivante da una crescita maggiore in salari più elevati. L’Italia gestiva tale problema svalutando la lira, ma chiaramente questa opzione non è più valida nell’Eurozona".
E sul fronte americano? Secondo l'esperto di Schroders, guardando agli USA "gli investitori sono tornati sui titoli difensivi di alta qualità, che privilegiavano prima delle elezioni e sulle azioni tecnologiche. Sembra che tale inversione sia dovuta soprattutto alle preoccupazioni riguardo all’agenda di Trump. Obiettivi come una crescita del 4% o 25 milioni di nuovi posti di lavoro sembrano ora troppo ambiziosi. Se non ci dovessero essere progressi nemmeno su legislazione fiscale e sanitaria, due tematiche chiave per i Repubblicani, la Camera dei Rappresentanti potrebbe finire con l’avere un mandato bloccato e i Democratici potrebbero tentare l’impeachment".
Considerando tutti questi fattori (e non solo), ci troviamo a dover gestire un indice VIX che misura la volatilità del mercato a livelli molto bassi. "È vero" conclude Wade "che gli Stati Uniti potrebbero aver bisogno di aumentare i tassi di interesse più velocemente rispetto alle aspettative attuali, ma la liquidità globale sarebbe comunque abbondante, dato che le Banche Centrali in Giappone e in Europa stanno continuando con il quantitative easing. L’inflazione potrebbe essere vista come un rischio, mano a mano che il ciclo economico avanza, ma la crescita dei salari al momento continua ad essere contenuta nella maggior parte delle economie più importanti. In generale riteniamo che il mercato non sia soddisfatto e notiamo anche una carenza di titoli veramente sicuri su cui investire. Sicuramente, la preferenza verso i segmenti difensivi e di alta qualità del mercato azionario da parte degli investitori indica una consapevolezza del fatto che esistono rischi nello scenario attuale. In maniera simile, il settore tecnologico sta riscuotendo successo, in quanto rappresenta una storia di crescita di lungo termine che rimane lontana dai fattori politici e macroeconomici di breve termine".
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