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Capital Group, il podio degli emergenti va a Brasile, Messico ed India

6/12/2017 | Marcella Persola

Un insieme combinato di fattori sta creando un effetto positivo sui mercati emergenti e questi potranno sovra-performare le altre asset class nel reddito fisso.


Messico, Brasile e India si spartiscono il podio degli emergenti. Almeno secondo Kirstie Spence gestore obbligazionario di Capital Group, che nella sua analisi evidenzia che grazie all'effetto combinato di diversi fattori i mercati emergenti tenderanno a sovraperformare altre asset class a reddito fisso.

 

"Nei mercati emergenti l’inflazione è in generale ripresa, ma alcuni paesi (come la Russia e il Brasile) sono interessati anche da un processo di disinflazione. In un contesto di maggiore crescita globale e lento rialzo dei tassi di interesse USA, molti tassi di cambio dei mercati emergenti appaiono più interessanti. Ora, tuttavia, tali dati sono supportati anche da tassi reali positivi e da un contesto globale più costruttivo. In assenza di altre dinamiche, ci aspettiamo di osservare un rafforzamento dei tassi dei mercati emergenti" continua il gestore.

 

"A livello macroeconomico, guardiamo con interesse sia alle obbligazioni di qualità più elevata con duration più corta, come alcune obbligazioni corporate (ad esempio, Pemex o Endesa) o obbligazioni messicane in dollari USA, sia con dati di credito reali su cui manteniamo una visione di ricerca fondamentale. L’Argentina è un esempio di questo secondo aspetto, sebbene al momento stiamo riducendo questa posizione a causa dei timori legati alla valutazione. Alcuni crediti dell’Africa sub-sahariana possono offrire un valore altrettanto buono. Deteniamo posizioni con duration più lunghe in mercati locali che registrano curve più ripide, come il Messico e la Malesia, o dove osserviamo possibili processi di disinflazione, come in Brasile e Russia. Nonostante i rischi di un rafforzamento a breve termine del dollaro, dovuti all’effetto delle politiche del presidente Trump sul rialzo dei tassi, la nostra opinione strutturale a lungo termine propende per un indebolimento del dollaro. Di conseguenza, sottopesiamo leggermente il dollaro USA. Cerchiamo di concentrare la nostra esposizione sulle valute che sembrano fondamentalmente più convenienti o stabili, come il peso messicano. Vediamo valore in America Latina e le nostre posizioni principali sono in Messico e Brasile. L’Asia sembra essere già correttamente prezzata" conclude Spence.

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