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Azioni: perché non abbandonare i "bond proxies"

12/19/2016

Quando i rendimenti delle obbligazioni salgono, gli investitori si allontanano dalle strategie income. Ma mercati come l'Australia e l'Asia offrono ancora interessanti opportunità


Con il 2017 alle porte i rischi continuano a essere l’aumento dei rendimenti obbligazionari e del protezionismo commerciale e l’ascesa dell’antagonismo politico. Queste le conclusioni dell'outlook per il 2017 di Jason Pidcock (nella foto), gestore del fondo Jupiter Asia Pacific Income. "Anche se già da quest’estate i rendimenti obbligazionari hanno cominciato gradualmente a crescere, come molte altri sono rimasto sorpreso nel vedere quanto siano ulteriormente aumentati dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi. Si tratta della rotazione più importante dalle obbligazioni globali a cui abbiamo assistito a partire dal Taper Tantrum del 2013” spiega il gestore.   

Secondo Pidcock, è possibile che parte dell’ottimismo per la crescita sia ingenuo. “Rimango piuttosto scettico su quello che Trump riuscirà a fare durante il suo mandato di quattro anni, se poi riuscirà effettivamente a portarlo a termine. I rendimenti obbligazionari e i prezzi delle materie prime potrebbero tornare a diminuire se non si otterrà una crescita maggiore” prosegue. Fino ad allora, le strategie azionarie income stanno già sfruttando un altro tipo di evento favorevole: man mano che i rendimenti obbligazionari crescono, gli investitori si allontanano dalle cosiddette azioni “bond-proxy” cioè ad alto rendimento. I mercati come quello dell’Australia, il più grande mercato azionario ad alto rendimento, sono i primi a soffrirne. Eppure, secondo Pidcock questo mercato può esprimere molto di più di come viene considerato e offre ancora buone opportunità di investimento, che oggi vantano valutazioni ancora più interessanti.

Quanto al tema del protezionismo, le preferenze del gestore vanno alle azioni di società di beni di consumo che puntano sul mercato locale, che dovrebbero essere al riparo dall’eventuale aumento del protezionismo commerciale nei paesi sviluppati. E rispetto all’Occidente, l’Asia appare come un’oasi di pace: “Sono particolarmente ottimista rispetto ai mercati asiatici più sviluppati: recentemente, ho fatto diversi incontri con gli amministratori delegati e i direttori finanziari delle società in cui investo, che mi hanno rassicurato sul fatto che la crescita degli utili proseguirà su una traiettoria stabile anche nel corso del nuovo anno. Questo si deve, in gran parte, al fatto che sono situati in paesi politicamente stabili che vantano economie forti e in crescita” conclude.

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