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11/16/2016 | Marcella Persola
Il tema della gestione attiva vs passiva è sempre di grande attualità, considerando anche le uscite che hanno interessato i fondi attivi negli ultimi anni. Ma quali sono i motivi che devono portare l'investitore a scegliere la gestione attiva? Secondo Greg Meier, vice president USA Capital Markets Research & Strategy di Allianz Global Investors, sono essenzialmente tre.
"Primo, per valutare equamente una strategia di investimento si dovrebbe attendere la fine di un ciclo di mercato. Si tratta di un concetto rilevante, poiché l‘attuale ciclo di mercato si sta dimostrando eccessivamente lungo: nei sette anni e mezzo dalla fine della crisi finanziaria l‘indice S&P 500 non ha attraversato alcuna fase ribassista. Per dare un‘idea, la ripresa successiva alla “Grande Recessione”, la peggiore recessione degli ultimi 80 anni, rappresenta la quarta fase di espansione economica più lunga nella storia degli USA e il secondo rally più lungo dell‘S&P 500. Ciò significa che, dal crollo dei mercati di marzo 2009, il rialzo che ha favorito gli asset rischiosi ha contemporaneamente ridotto l‘esigenza di protezione dai rischi di downside, un ambito in cui da sempre i gestori attivi hanno dimostrato le proprie competenze. Infatti, in occasione dello scoppio della bolla tecnologica nel biennio 2000/2002 e durante la crisi finanziaria nel periodo 2008/2009 i gestori attivi nell‘area delle large cap USA - un segmento particolarmente competitivo a livello globale - hanno sovraperformato i gestori passivi rispettivamente di 471pb e 100pb. Siamo fermamente convinti che, grazie all‘analisi dei fondamentali societari, i gestori attivi dispongano di maggiori strumenti per affrontare le possibili tempeste sui mercati finanziari. I gestori attivi sono favoriti dalla possibilità di sottopesare gli asset meno interessanti o semplicemente di investire in liquidità. In caso di turbolenza sui mercati, le strategie passive non solo comportano rischi al ribasso equivalenti a quelli dell‘indice a cui sono legate, ma, considerando le commissioni, possono registrare perdite anche superiori" spiega l'esperto di Allianz Global Investors.
"Secondo, spesso gli investitori passivi acquistano fondi indicizzati per ragioni tattiche più che strategiche, ovvero prevedono di eseguire operazioni di compravendita frequentemente. Se i mercati sono volatili, tuttavia, non sempre la liquidità è sufficiente ad acquistare o vendere alle migliori condizioni. Eseguire operazioni nel momento sbagliato in veicoli solo apparentemente molto liquidi può causare consistenti perdite" continua Meier.
"Terzo, i gestori passivi hanno beneficiato degli stimoli monetari senza precedenti a livello mondiale. Dalla crisi finanziaria tutte le principali Banche Centrali hanno avviato programmi di Quantitative Easing (QE), alterando il processo fondamentale di determinazione dei prezzi da parte degli investitori privati. La recente ondata di stimoli monetari ha complessivamente spinto al rialzo i mercati finanziari, facendo aumentare le correlazioni tra i vari asset. Si tratta di un aspetto rilevante: in presenza di una bassa correlazione, le azioni dovrebbero scambiare a valutazioni basate maggiormente sulle caratteristiche specifiche delle singole società. Per contro, quando la correlazione è elevata, perdono importanza i fondamentali societari, e quindi il lavoro di ricerca e analisi di bilanci, indicatori di pay-out, etc. svolto dai gestori attivi" conclude Meier.
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