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Gestore della settimana: "Vi spiego la gestione del rischio prima e dopo il QE"

9/12/2016 | Didier Saint-Georges

Su AdvisorOnline.it un commento in esclusiva di Didier Saint-Georges, managing director di Carmignac


Investitori: gestione dei rischi da rivedere. Gli interventi delle Banche Centrali hanno distorto i prezzi e le dinamiche di mercato, modificando sensibilmente la gestione dei rischi del portafoglio.

La gestione dei rischi prima dell’ondata di QE
Un portafoglio bilanciato tra azioni e obbligazioni offriva una performance corretta per il rischio soddisfacente in presenza di un’adeguata selezione titoli: le azioni generavano la performance di lungo termine, le obbligazioni mitigavano la volatilità delle quotazioni azionarie fornendo rendimenti stabili, mentre una diversificazione intelligente apportava un ulteriore contributo. Questo processo non funziona più. Gli interventi delle Banche Centrali hanno ridotto i rendimenti obbligazionari a livelli tali che essi non rappresentano più una “protezione” e possono anzi aumentare la volatilità del fondo. Inoltre, i mercati inondati di liquidità hanno esacerbato la correlazione tra le asset class, che ora muovono al rialzo o al ribasso all’unisono. Come gestire quindi i rischi del portafoglio in modo efficiente nell’attuale contesto?

Una gestione dei rischi efficiente nel contesto attuale
Per risolvere questo problema non esiste la bacchetta magica, ma soltanto poche regole chiare da seguire. Innanzitutto, se le correlazioni sono elevate, pensate in termini di esposizione lorda e non netta. In altre parole, per ridurre il rischio in maniera efficiente, aumentate la liquidità vendendo i titoli che ritenete meno interessanti anziché implementare sofisticate strategie di copertura che potrebbero ripercuotersi negativamente attraverso correlazioni impreviste. In secondo luogo, giurate fedeltà alle vostre convinzioni più forti: concentrarsi sulle convinzioni principali e avere un livello sano ed elevato di liquidità sono due criteri fondamentali della strategia “barbell”, probabilmente uno dei metodi migliori per gestire il rischio nel contesto attuale. Se le vostre convinzioni principali sono corrette, genereranno un rendimento sufficiente a trainare la performance del fondo; in ogni caso, la posizione di liquidità limiterà i danni e ridurrà la volatilità. In termini tecnici, questo approccio apporta convessità al portafoglio creando un’asimmetria del rischio favorevole.

Inoltre, ampliate il vostro universo di investimento e siate pronti a intercettare le rare opportunità che si presenteranno. Per esempio, i mercati emergenti non sono stati interessati da programmi di quantitative easing. Pertanto, le loro curve di rendimento sono ancora “normali”. Sarà quindi possibile trovarvi più facilmente che altrove obbligazioni con un profilo corretto per il rischio interessante. Peraltro, con i fondi passivi diventati ormai forza dominante nelle dinamiche dei mercati, le correzioni tendono a essere più violente e i mercati reagiscono sempre più spesso in maniera eccessiva. La posizione di liquidità vi consentirà di gestire queste fasi come un’opportunità per acquistare asset di qualità a prezzi convenienti. In conclusione, i mercati sono diventati più rischiosi, ma, modificando la gestione dei rischi del portafoglio, offrono ancora buoni margini di manovra.

*Managing Director e Membro del Comitato Investimenti di Carmignac

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