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7/16/2015 | Redazione Advisor
Negli ultimi mesi abbiamo visto delle ondate di volatilità sui mercati obbligazionari, compreso il segmento high yield. È un buon momento per investire nell'asset class? “Senza dubbio, la volatilità è molto intensa sul mercato nel suo insieme, non solo sulle piazze high yield. La recente inversione subita dai Bund tedeschi ci ha messo i bastoni fra le ruote e la Grecia, chiaramente, è un'altra fonte di instabilità. Non è certo facile prevedere come andranno le cose il mese prossimo e la volatilità sarà generalmente più intensa. Ma dal punto di vista fondamentale e tecnico, la situazione sembra buona” spiega Roman Gaiser, head of High Yield di Pictet AM.
Le prospettive per questa asset class, secondo il gestore, rimangono ancora positive. “Il contesto europeo è caratterizzato attualmente da una moderata crescita e una scarsa inflazione, anche se recentemente la corsa dei prezzi è accelerata dal -0,3% al +0,3%. Una buona congiuntura per il debito high yield. Gli investitori high yield devono diffidare di una crescita eccessiva perché crea inflazione, i tassi salgono, le società tendono a essere più aggressive e così via. Meglio un'economia né troppo dinamica né troppo fiacca”.
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“Inoltre, sul fronte corporate, molte società - aggiugne Gaiser- hanno rifinanziato passività a breve con obbligazioni a lunga scadenza". C'è chi si diverte a evocare lo spauracchio del "muro delle scadenze", un'enorme ondata di rimborsi simultanei da cui potrebbero derivare casi di insolvenza. "Non condivido questa visione. Secondo me - conclude - non c'è nessun muro, semmai un'onda d'urto, come quando vai in barca: ce l'hai sempre tre metri davanti a te e non la raggiungi mai. Le aziende hanno approfittato dei bassi tassi d'interesse per allungare la scadenza dei propri debiti. Di conseguenza, non sono molti i titoli in scadenza quest'anno, il prossimo o nei prossimi tre anni. Inoltre, se guardiamo il Liquidity Stress Index di Moody’s, che misura la liquidità degli emittenti con i rating peggiori, vediamo che sono pochissime le società sotto pressione. Solitamente, ciò significa che i tassi di default saranno contenuti, perché le imprese diventano insolventi quando non hanno più liquidità”.
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