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7/15/2015 | Redazione Advisor
La recente corsa alle vendite delle azioni classe A quotate sul mercato cinese ha eroso il 30% del notevole rialzo dei prezzi degli ultimi sei mesi, sta destando preoccupazioni tra gli investitori. L’inusuale partecipazione degli investitori retail e l’alto volume dei prestiti hanno intensificato sia le fasi rialziste, sia quelle ribassiste. In Cina gli investitori retail detengono circa il 25% della capitalizzazione di mercato, a fronte del 30% detenuto dagli istituzionali, ma sono responsabili dell’80% dei volumi, si legge in un documento del Cross Asset Research di Lyxor AM. La quota restante è in mano alle istituzioni pubbliche, che rivestono il ruolo di investitori strategici e che comprano azioni in un’ottica di lungo termine. È dunque facilmente intuibile, spiega il documento, come gli investitori retail abbiano avuto un ruolo cruciale sulla volatilità degli ultimi mesi.
"Crediamo che sia prematuro annunciare la fine di questa fase ribassista, ma riteniamo - prosegue il team di Lyxor AM - che sia opportuno mantenere un approccio neutro sulle prospettive dei mercati finanziari cinesi nel lungo periodo. Abbiamo tagliato la nostra lieve ma strategica posizione sulle azioni di classe H, poiché ci aspettiamo che gli investitori stranieri faticheranno a recuperare la fiducia nel mercato. Manteniamo comunque la nostra visione cauta sulle commodity".
Ma quali sono state le cause del crollo? Le politiche monetarie favorevoli, spiega il team di Lyxor AM, che avevano lo scopo di supportare l’economia in sofferenza, hanno avuto un ruolo chiave nel rally. Aspettative positive hanno attratto un numero eccezionalmente elevato di nuovi investitori (50 milioni di nuovi conto titoli aperti) e hanno generato un livello record di domanda di finanziamenti. L’inversione di tendenza, iniziata con le prese di profitto e i timori di una stretta monetaria, è stata accelerata dagli investitori a leva che si sono affrettati a chiudere le loro posizioni. Il crollo si è accentuato quando l’intervento delle autorità è apparso, almeno inizialmente, esitante. Queste dinamiche si sono di nuovo invertite a seguito degli sforzi compiuti dal governo su larga scala per contenere la corsa alle vendite.
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Lyxor, tuttavia, ritiene che i rischi legati alla debole crescita cinese e ai timori sulla stabilità finanziaria del Paese possano essere stati sovrastimati. "I potenziali effetti negativi sull’economia - conclude il documento - dovrebbero rimanere limitati e la riduzione dei finanziamenti è sotto controllo. Anche se il cambio di rotta delle politiche governative e dei mercati potrebbe rallentare nel breve termine i cambiamenti strutturali in atto dell’economia cinese, Lyxor mantiene per il lungo termine una prospettiva di miglioramento grazie alle riforme per la liberalizzazione del mercato".
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