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6/16/2015
Nell’attuale contesto di mercato, gli investitori devono affrontare una miriade di minacce relative alla performance di portafoglio. Con la recente volatilità dei prezzi del petrolio, le tensioni geopolitiche in Europa orientale e in Medio Oriente, il rallentamento della crescita cinese, le economie europee in sofferenza e tutta una serie di incertezze economiche e politiche, gli investitori temono l'impatto da un tail risk, un evento inatteso in grado di creare rapidamente il panico sui mercati, innescando una spirale ribassista che colpisce numerose categorie di investimenti.
A livello internazionale i 735 investitori intervistati per la terza edizione dell’indagine annuale Global RiskMonitor di Allianz Global Investors (AllianzGI) ritengono che all’orizzonte le più probabili cause di eventi di coda siano rappresentate da uno shock dei prezzi del petrolio, default del debito sovrano, politica europea, nuove bolle di asset e recessione dell’Eurozona. Nelle Americhe e nell'area Asia-Pacifico gli intervistati sono maggiormente convinti che gli shock dei prezzi del petrolio saranno la causa del prossimo evento di coda, mentre gli investitori di Europa e Medio Oriente considerano nuove bolle di asset, il default del debito e le tensioni geopolitiche come i principali pericoli.
"Il rischio di una correzione dei mercati aumenta alla luce di valutazioni costantemente al rialzo, della crescita di tensioni geopolitiche e dell’inasprimento della politica monetaria statunitense. In linea generale le attuali asset allocation degli investitori istituzionali sono ben ponderate, ma il problema è che molti di questi investitori non stanno utilizzando adeguati strumenti di gestione del rischio per proteggere i propri investimenti dalla volatilità del mercato” ha spiegato Ingo Mainert, cio Balanced Europe di AllianzGI.
Stando alla survey, infatti, meno di tre investitori su dieci (27%) adottano specifiche strategie di copertura dal tail risk anche se questo rischio li preoccupa molto. Approcci di investimento meno convenzionali per proteggersi dal rischio di ribassi, come ad esempio la copertura diretta e il risk budgeting vengono utilizzati da poco più di un terzo degli investitori (35% per ciascuna strategia) mentre una percentuale ancora più esigua di investitori utilizza strategie di investimento liability-driven (26%) e di volatilità gestita (24%).
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