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Se il risparmio sul web toglie quote di mercato agli intermediari

4/28/2015

Lo sviluppo delle piattaforme digitali sta spingendo l’industria verso logiche captive, tanto da spingere i gestori a vendere direttamente i fondi ai clienti retail. Ecco i risultati di un recente studio di Cerulli Associate


L’industria europea della distribuzione dei fondi sta entrando in una nuova era, in cui gli asset manager assumeranno un ruolo centrale non solo nella produzione ma anche nella distribuzione diretta alla clientela retail tramite lo sviluppo di piattaforme web. Ogni paese, però, affronterà il cambiamento a modo suo e con ritmi diversi. A tracciare lo scenario futuro del mercato dove si troveranno ad operare i financial advisor europei, e anche italiani, è Cerulli Associates che ha condotto un sondaggio sui principali asset manager attivi nel Vecchio Continente.

Secondo i gestori sarà il Regno Unito post – RDR (la riforma che ha introdotto il divieto di retrocedere le commissioni ai consulenti finanziari d'Oltremanica) sarà il primo mercato in cui si svilupperanno le piattaforme di distribuzione D2C, meglio conosciute come robo - advisor, in cui il cliente può costruirsi da sé il proprio portafoglio di investimenti tramite software di facile utilizzo e in grado di valutare i prodotti più adatti al profilo di rischio del cliente e ai suoi obiettivi di investimento. Più dell’82% degli asset manager ritiene che nei prossimi cinque anni sarà questa la forma destinata a ricoprire un posto di rilievo nell’industria britannica di distribuzione dei fondi soprattutto nella fascia mass market.

Più lenta, invece, sarà l'espansione del risparmio gestito via web nel Continente, soprattutto in Germania, Francia, Italia, Spagna e Svezia, dove meno della metà prevede una crescita significativa delle quote di mercato delle piattaforme D2C: in questi mercati, insomma, gli equilibri nella distribuzione rimarranno più o meno gli stessi di oggi, mentre solo una minoranza degli asset manager prevede un crollo nel breve periodo delle quote dei financial advisor e delle banche a vantaggio del web.

Ma sul lungo periodo le piattaforme D2C sembrano destinate a vincere un po' in ogni paese. In questo scenario, i gestori potranno trarre beneficio dalla rivoluzione digitale in vari modi. "Possono diventare partner o essi stessi proprietari di piattaforme D2C o addirittura possono cercare di vendere da soli i loro fondi via web attraverso il loro siti internet” spiega Angelos Gousios, direttore associato di Cerulli. “C’è un trend globale,  relativo allo sviluppo dei robo - advisor, che non può non essere notato” ha aggiunto Barbara Wall, direttore ricerche di Cerulli, che menziona tra gli esempi di successo di piattaforme D2C l’americana Wealthfront, Nutmeg nel Regno Unito, MoneyFarm in Italia e 8 Securities a Hong Kong.

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