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Perché Grexit non farà volare i rendimenti dei Btp

4/27/2015 | Redazione Advisor

Il default della Grecia potrebbe far evitare ai governativi italiani a 2 anni di toccare lo 0%, spiega William de Vries di Kempen CM


Nelle ultime settimane i toni sulla Grecia sono decisamente cambiati. Prima i commenti erano per la maggior parte incentrati sulla ricerca di una soluzione fattibile alla crisi greca. Ora i politici sembrano essere sul piede di guerra. "Stanno giocando al gioco del pollo, e mirano allo scontro. Pare che Berlino abbia deciso che non sono più utili ulteriori concessioni al governo greco. Se questo deve significare una Grexit, che Grexit sia" scrive William de Vries, Head of Core Fixed Income, Kempen Capital Management.

"I politici europei - prosegue - sono fiduciosi che un’eventualità così scioccante non metterà più a rischio l’euro. Ritengono che il contagio di una Grexit ad altri paesi europei sarà molto limitato, opinione peraltro ampiamente condivisa dagli investitori obbligazionari europei. La prova più lampante è forse il fatto che durante la settimana del 13 aprile, l’Italia e la Spagna hanno potuto mettere all’asta altri titoli sovrani a tassi ancora più bassi, mentre le notizie provenienti da Atene si facevano ogni giorno più preoccupanti".

Ma attenzione. Ciò, spiega il gestore, non significa che il contagio non ci sarà. "Ci si dovrebbe aspettare che gli investitori - sottolinea de Vries - utilizzino in particolare il future sul Btp come strumento liquido per coprirsi contro un default greco. Il fenomeno sembra essere già in atto, ma le correzioni verso livelli di rendimento più elevati saranno di breve durata". Con l’economia europea sulla strada della ripresa e la Bce che utilizza il suo programma di acquisti di asset a sostegno della stessa, un netto rialzo dei tassi periferici come conseguenza di investimenti risk averse pare improbabile secondo il gestore. In questo contesto di stallo dei mercati obbligazionari europei, molti investitori si stanno rivolgendo a titoli governativi che offrono ancora un rendimento positivo nelle maturity più brevi, come i Btp italiani.

"Questo sviluppo - conclude de Vries - può spiegare l’appiattimento della curva dei tassi tedesca, le cui scadenze brevi sembravano avere raggiunto il minimo. Di converso, dall’avvio del QE assistiamo a un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti italiana. L’Italia sembra, infatti, l’unico grande e liquido mercato obbligazionario europeo ancora in grado di offrire un rendimento positivo, seppur di poco. Poiché il QE sarà mantenuto per almeno altri 17 mesi, ci si potrebbe aspettare che tra qualche mese i rendimenti dei Titoli di Stato italiani a due anni toccheranno lo 0%. Il default della Grecia potrebbe ritardare questa circostanza di alcune settimane, ma non impedirà la corsa al ribasso". 

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