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Gli investimenti nell'era glaciale dei risparmi

4/10/2015 | Massimo Morici

Ecco perché solo obbligazioni societarie, titoli immobiliari e azioni con rendimenti allettanti attirano l’interesse degli investitori, spiega Asoka Woehrmann, cio di Deutsche AWM


Benvenuti nell’era glaciale dei risparmiatori dove i tassi di interesse negativi sono diventati il nuovo territorio dell’economia e dove finora nessun segnale sembra indicare un massiccio esodo di liquidità per evitare i rendimenti sotto zero. "Un tempo vigeva la regola aurea che i tassi di interesse dovessero essere positivi. L’economista Ludwig von Mises era convinto che ciò dipendesse dal fatto che le persone attribuiscono un valore più elevato ai beni di cui dispongono oggi, piuttosto che a quelli che avranno in futuro" spiega nell'ultimo commento Asoka Woehrmann (nella foto), CIO di Deutsche AWM.

"Il tasso di interesse - prosegue -  è una diretta conseguenza della preferenza temporale dei consumi. John Maynard Keynes spiegava i tassi di interesse in termini di desiderabilità del denaro: i tassi sono la ricompensa per chi sacrifica la liquidità. Inoltre, si riteneva che i tassi di interesse negativi avrebbero spinto gli investitori a nascondere i soldi sotto il materasso". Eppure oggi, sebbene denaro in circolazione sia senza dubbio aumentato, non c'è stata una fuga verso la liquidità, sottolinea Woehrmann: nemmeno i Bund con rendimenti negativi sulle scadenze fino a sei anni sono soggetti a pressioni di vendita, segno che gli investitori tendono ancora ad accettare i tassi di interesse negativi perché oltre al desiderio di generare profitti vogliono minimizzare i rischi.


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"Chiaramente i Bund - prosegue -  sono estremamente sicuri. D’altro canto è anche possibile che gli obbligazionisti inizino a prevedere un tasso di inflazione negativo in grado di compensare gli interessi negativi. O forse gli investitori si aspettano che i tassi di interesse sprofondino ancor più in territorio negativo, spingendo al rialzo i prezzi delle obbligazioni. Senza contare che il quadro normativo spesso obbliga molti investitori istituzionali ad acquistare e detenere obbligazioni sicure".

È facile individuare quali forze si celano dietro i tassi di interesse negativi: Woehrmann la chiama la "politica dell’aspirapolvere" della Bce, che prevede massicci acquisti di obbligazioni fino a settembre 2016. Le conseguenze sono tassi di interesse che rimangono bassi e circa il 30% dei titoli sovrani europei a con tassi negativi. “L’aumento dei prezzi dei titoli più rischiosi - conclude Wormann - dimostra che questa situazione ha causato movimenti evasivi tra gli investitori. Le obbligazioni societarie, i titoli immobiliari e le azioni con rendimenti allettanti attirano l’interesse degli investitori". Il calo generalizzato dei rendimenti innescato dal QE, secondo il CIO di Deustche AWM, incide anche sull’economia reale: con i tassi di interesse a livelli così bassi le aziende dovrebbero essere più propense a contrarre debiti per investire, con possibili conseguenze positive per le prospettive di crescita dell'Eurozona.

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