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Equity: ecco perché preferire i listini europei

3/3/2015 | Redazione Advisor

James Sym, fund manager European Equities di Schroders, non considera le valutazioni un ostacolo per la performance nel 2015


Il team azionario di Schroders non considera le valutazioni dei titoli europei un ostacolo per la performance nel 2015. Sebbene il rapporto P/E a 12 mesi dell’indice MSCI Europe sia attorno a 14,5x, sopra la media dal 2003, secondo la casa d’investimento britannica i listini europei continuano ad apparire attraenti se comparati con altre classi di attivi e con altri mercati azionari regionali. Gli utili societari europei, inoltre, sembrano pronti per la ripresa e i titoli ciclici dovrebbero essere i maggiori beneficiari. Di seguito il commento a cura di James Sym, fund manager European Equities di Schroders.
 

L’aumento dei prezzi dei titoli negli ultimi due anni è stato guidato da un rally legato al sollievo per il calo dei timori sul crollo dell’Eurozona. Tuttavia, gli utili societari in Europa continuano a rimanere a livelli molto bassi. Mentre negli Stati Uniti sono circa del 13% superiori al precedente picco, nell’Eurozona languono attorno al 32% al di sotto di tale apice. Molti operatori si aspettavano che i profitti nell’Eurozona avrebbero recuperato nel 2014, ma tale ripresa non si è materializzata, con l’economia dell’area della moneta unica che sembrava scivolare nella fase di rallentamento del ciclo. A nostro avviso, ci sono le condizioni affinché gli utili dell’Eurozona sorpassino quelli USA nel 2015 e guidino la prossima fase di aumento dei prezzi delle azioni. In primis, il crollo del prezzo del greggio dall’autunno del 2014 è uno dei principali fattori che può sostenere la ripresa dell’Eurozona.

Ciò colpisce non solo i prezzi della benzina, ma anche il costo di ogni bene creato con prodotti petroliferi. Secondo i nostri calcoli, la discesa del prezzo del greggio rappresenta uno stimolo da più di 1.000 euro per ogni famiglia europea – pari a un massiccio taglio delle tasse. In secondo luogo, l’euro più debole nei confronti del dollaro rende lo scenario ancora più benevolo per molte società europee. Infine, i costi di finanziamento sono diminuiti significativamente, sostenendo in particolare le PMI. Crediamo che tali fattori abbiano “mandato in corto circuito” il ciclo economico e ci abbiano riportato alla fase di ripresa. Inoltre, gli utili delle banche, che sono stati particolarmente sotto pressione, sembrano pronti per un miglioramento.

Un indice che seguiamo attentamente è il dato della Bce sui prestiti bancari, che ha mostrato un allentamento delle condizioni del credito, dopo la doppia stretta della crisi finanziaria globale (2008-10) e di quella europea (2012-13). Monitoriamo molto attentamente la domanda di credito delle società, poiché sono gli investimenti a poter assicurare che una qualsiasi ripresa economica diventi auto-sufficiente. Le spese in conto capitale (CapEx) delle società sono calate nella maggior parte dell’Eurozona e sono vicine ai minimi in percentuale delle vendite. Gli indicatori anticipatori, come le indagini sul sentiment dei consumatori e degli imprenditori, supportano l’idea di una ripresa del CapEx, sebbene ciò non sia ancora avvenuto. Quando ciò avverrà, andrà di pari passo al miglioramento dei profitti, soprattutto se le società inizieranno a colmare la mancanza di investimenti degli ultimi anni.

Alla luce di tale contesto, riteniamo che i titoli ciclici con valutazioni economiche siano quelli con le migliori chance di sovraperformare i mercati. I segmenti che vediamo con maggior favore sono quello dei beni di consumo ciclici (ad esempio auto o media) e i beni industriali ciclici (come le costruzioni). Dopo la recente sotto-performance e data una probabile ripresa nell’economia, così come gli allettanti dividendi, ora privilegiamo le banche di alta qualità. A nostro avviso, questo tipo di titoli è quello con il maggior potenziale di recupero degli utili. D’altra parte, i titoli difensivi (come quelli legati all’alimentare o alla sanità) sono meno sensibili al ciclo economico e quindi è probabile traggano meno beneficio dalla ripresa.

Poiché di maggior qualità, per acquistare tali titoli va pagato un premio, che riteniamo sarà meno giustificabile quando i profitti aumenteranno negli altri settori. Nel complesso, riteniamo che l’azionario europeo rimanga attraente e che ci siano molte opportunità. Ci sono certamente rischi sul nostro outlook, e ne siamo consapevoli. Tuttavia, la nostra view di base è che, in un quadro esente da crisi, gli utili potranno recuperare, le società riprenderanno a spendere e potremmo iniziare a vedere una normalizzazione del ciclo economico.

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