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2/5/2015
Nonostante una politica monetaria aggressiva e una politica fiscale più flessibile, il primo ministro giapponese Shinzo Abe sembra aver fallito il bersaglio che avrebbe voluto centrare con le prime due frecce del suo ampio programma di riforme: il Prodotto interno lordo reale sia i redditi reali hanno mostrato un andamento piatto. Abe, insomma, dovrà scoccare altre frecce per far tornare il paese a crescere economicamente. Ma gli investitori si chiedono: avrà più successo questa volta?
“Questo rimane da vedere, ma i prezzi del petrolio più bassi e le migliori condizioni del mercato del lavoro aumentano le probabilità di un finale positivo” commenta Andrew Rose, gestore azionario specializzato sul mercato equity giapponese di Schroders. Per quanto riguarda i titoli azionari, secondo Rose, il contesto macroeconomico è di supporto ai listini. A sostegno dei corsi azionari il gestore indica anche il quadro dei fondamentali delle aziende, soprattutto dal punto di vista delle valutazioni, i profitti e gli incentivi per migliorare la corporate governance.
“Molti osservatori dei mercati – prosegue Rose - rimangono concentrati sulla traiettoria dello yen, dato il brusco calo fatto registrare nel 2014. È difficile valutare l’outlook della divisa giapponese, ma siamo cautamente positivi riguardo al fatto che la maggior parte del deprezzamento si sia già verificato”. A riguardo, il gestore ritiene che il fattore chiave per lo yen sarà l’azione della Banca del Giappone a risposta dell’impatto del prezzo più basso del greggio sull’inflazione. “Alla fine dei conti, un costo inferiore del petrolio – conclude - costituisce uno stimolo per l’economia, ma rende impossibile raggiungere gli obiettivi di inflazione di breve termine”.
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