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12/19/2014
“Le banche hanno iniziato a introdurre tassi di deposito negativi sui depositi degli investitori istituzionali, ma anche gli investitori privati stanno scontando tassi d’interesse negativi sui propri conti correnti, in quanto i rendimenti prossimi allo zero non riescono a compensare i costi fiscali e le spese di gestione del conto: in questa situazione, anche per i portafogli difensivi è indispensabile una gestione attiva dei propri risparmi, se non si vuole subire una continua erosione dei propri depositi” spiega Arnoldo Valsangiacomo, membro del consiglio di amministrazione di ETHENEA Independent Investors e gestore di portafoglio degli Ethna Funds.
“La strategia che stiamo seguendo per il fondo bilanciato Ethna-GLOBAL Defensiv, che ha l’obiettivo di preservare il capitale conservando sempre un potenziale di rivalutazione dell’investimento, si basa su tre principi: mantenere elevata la qualità degli asset, gestire la liquidità in maniera flessibile e, quando possibile, consolidare le plusvalenze” prosegue Valsangiacomo. In particolare, nel mese di novembre, proprio a causa dei tassi negativi sui depositi bancari, la liquidità del fondo è stata ridotta di quasi due terzi, portandola a poco più del 10% dell’intero portafoglio.
Per mantenere invariato il profilo di rischio e per continuare ad assicurare sufficiente flessibilità, la liquidità è stata investita principalmente in obbligazioni a breve termine estremamente liquide e con rating più elevato. In questo modo il rating medio del fondo si posiziona tra A+ e AA-. A fine mese, la componente dei titoli di Stato ha superato il 35%, mentre oltre il 50% del fondo è investito in titoli denominati in dollari americano, per via della divergenza dei rendimenti in euro e in dollari (150 punti base tra i titoli di Stato USA e tedeschi a 10 anni): continuiamo a privilegiare le obbligazioni denominate in dollari, poiché consideriamo molto contenuto il rischio di un innalzamento dei tassi negli Stati Uniti.
Il resto delle obbligazioni in portafoglio è costituito da società finanziarie (complessivamente il 28% circa) e da corporate bond con elevata differenziazione settoriale. Sul fronte azionario, dopo le prese di beneficio di ottobre, la quota di equity nel fondo è del 4,2 % ed è concentrata su titoli difensivi del settore farmaceutico globale, che risentono solo in misura limitata dell’andamento dell’economia a livello mondiale e costituiscono gli investimenti core del portafoglio.
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