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Mercati, arriva maggio. E' ora di vendere?

4/29/2011 | Italo Marchesi

Anche quest'anno è valido il detto Sell in May and Go Away? Secondo Ad Van Tiggelen è difficile prevederlo, ma se si osservano i dati macroeconomici e l'andamento dei principali mercati, è evidente che...


 

Sell in May and Go Away. E' questo uno dei detti più celebri tra gli investitori, i trader, gli analisti e i gestori. E, in effetti, i mercati azionari mediamente registrano performance più basse tra maggio e settembre. Ma sarà così anche quest'anno? Conviene davvero andare in vacanza, uscire dai mercati azionari a maggio, e ripresentarsi a settembre?
 
"Ad un primo impatto verrebbe da rispondere di sì" spiega Ad Van Tiggelen, senior investment specialist di Ing Investment Management. "Sembra che gli indicatori globali di crescita stiano per toccare il picco e, probabilmente, le sorprese sugli utili aziendali saranno minori nei trimestri a venire, rispetto al passato". Ma a guardare l'intero scenario macroeconomico non sembra, secondo Van Tiggelen emergere una vera e propria alternativa ai mercati azionari e, vista la tendenza alla cautela potremmo anche non assistere alla consueta vendita di maggio.
 
"Le azioni non sono care e le altre asset class difficilmente andranno oltre il rendimento annuo del 3-6%" spiega l'esperto di ING I.M. "Sembra quindi che molti investitori tengano le loro azioni per mancanza di alternative più che per convinzione". Detto questo, per chi vuole rimanere fedele al detto "Sell in May" resta da capire il quanto. "Bisogna sapere indovinare la data corretta sia della vendita sia del riacquisto" chiosa Van Tiggelen.
 
Come muoversi allora? "E’ innegabile che le azioni nei prossimi mesi possano trovarsi di fronte a difficoltà ma queste sono note al mercato e sono già incorporate nei prezzi" spiega l'esperto. "Probabilmente ci troveremo a dover affrontare un’estate volatile e con poca liquidità; le azioni si muoveranno lateralmente, tra un rafforzamento dei fondamentali aziendali da una parte e un leggero indebolimento della crescita economica dall’altra.
In questa situazione, preferiamo investire nella crescita dei mercati emergenti e nei titoli ad alto dividendo trattati sui mercati sviluppati".

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