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Neuberger Berman: ecco come sfruttare la volatilità

10/29/2014

Secondo Erik L. Knutzen, cio multi - asset class, le migliori opportunità di acquisto sono da individuare nell'azionario USA e nell'equity e obbligazionario emergente


Di seguito pubblichiamo un commento a cura di di Erik L. Knutzen, cio multi - asset class di Neuberger Berman.
 
 
I mercati finanziari si sono presi un nuovo spavento per i timori di un rallentamento della crescita economica, in particolare in Europa e Cina. Di conseguenza, i mercati azionari globali hanno battuto in una ritirata che attraversa le aree geografiche, i settori e le capitalizzazioni di mercato. I rendimenti dei titoli di Stato sono scesi ulteriormente da livelli che erano già ai minimi. Nonostante ribollano conflitti nelle regioni ricche di petrolio, il dollaro è salito ed il prezzo del petrolio è caduto. Per gli investitori, ciò ha inaugurato una nuova fase di incertezza, sconvolgendo lo scenario "Goldilocks" che ha per qualche tempo dato fiducia negli asset finanziari.
 
Nel breve termine siamo prudenti sui mercati dato che notiamo una serie di rischi che li attraverseranno nelle settimane a venire. In Europa l’inflazione e la crescita economica rimangono piuttosto basse e ci chiediamo se la Banca Centrale Europea farà abbastanza per sbloccare la situazione e far muovere l’economia. Il Giappone è in un momento critico dell’avanzamento delle misure dell’Abenomics, in cui è necessario mostrare prove di una crescita economica reale per sostenere le riforme fondamentali. In Cina gli investitori stanno stimando aspettative di crescita inferiori in concomitanza con una correzione del mercato immobiliare e con le preoccupazioni di una bolla creditizia. Infine, il dollaro in risalita e la riduzione delle previsioni di crescita globale stanno spingendo verso il basso i prezzi delle materie prime, generando ulteriori preoccupazioni sui mercati emergenti esportatori di materie prime.
 
Se nel breve termine è possibile che l’inquietudine dei mercati finanziari permanga, riteniamo però che la volatilità attuale possa creare opportunità di acquisto, in particolare nell’area dell’azionario USA e nell’azionario e obbligazionario emergente. Abbiamo una posizione più neutrale in Europa e in Giappone, dove aspettiamo di vedere come si realizzeranno le azioni politiche sia da parte delle banche centrali sia delle autorità fiscali.
 
Negli Stati Uniti rimangono in campo due fattori chiave di sostegno, la politica accomodante della banca centrale e gli utili societari costanti. I verbali delle riunioni del Federal Open Market Committee rivelano la tendenza verso l’abbassamento dei tassi d’interesse già previsto da molti, rafforzando l'idea che i futuri aumenti dei tassi saranno fortemente dipendenti dai dati. Per quanto riguarda gli utili societari, gli investitori saranno inondati dai risultati del terzo trimestre nel corso delle prossime settimane. Potrà esserci un rischio di calo superiore in questo caso, dati i recenti dati macro un po' più deboli e le conseguenze incerte del dollaro forte. Un aspetto potenzialmente positivo per molti settori è la diminuzione del prezzo del petrolio, visto che il Brent è sceso del 16% nel terzo trimestre.
 
Nel complesso, riteniamo che le aziende siano state abili a navigare in un contesto impegnativo. Un altro quadrimestre di guadagni forti offrirebbe agli investitori l'opportunità di tornare a concentrarsi sui fondamentali e dare stabilità ai mercati finanziari. Le azioni USA a piccola capitalizzazione sono state particolarmente sollecitate quest'anno e le valutazioni si sono abbassate di molto. Se si accetta l'idea economica di dissociazione (decoupling) tra la più forte economia statunitense e la debolezza in Europa, il segmento delle piccole aziende fornisce un'esposizione eccezionale, con l’80% delle vendite proveniente dagli Stati Uniti.
 
Vediamo anche del potenziale in mercati azionari e obbligazionari emergenti selezionati, in cui le valutazioni sono interessanti rispetto ai mercati sviluppati, la crescita economica rimane robusta e l’umore negativo appare eccessivo. Infine, vediamo opportunità nel reddito fisso non investment grade, in cui gli spread si sono ampliati ma, nonostante le preoccupazioni sulla crescita globale, le stime sui default rimangono al di sotto delle medie storiche.
 

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