Dopo il nuovo effetto Grecia, il settore bancario trarrà beneficio dalla minore intensità degli interrogativi sul suo stato di salute, spiegano Didier Bouvignies e Philippe Chaumel di Rothschild
L'aumento della volatilità rappresenta una forte tentazione a vendere per alcuni investitori che non possono sostenerla, ma ritornare troppo tardi sulle azioni potrebbe rivelarsi doloroso. Ne sono convinti Didier Bouvignies e Philippe Chaumel, general partner e co-responsabili della gestione di Rothschild & Cie Gestion, che nell’ultima nota sulla strategia di investimento sottolineano come la recente correzione borsistica crei numerose opportunità nel mercato azionario europeo: “Siamo infatti convinti che l'Eurozona stia riducendo i propri disequilibri, stia risanando le proprie finanze pubbliche e che quindi abbia intrapreso il cammino della ripresa. I periferici hanno migliorato i fondamentali e sono molto meno sotto pressione. In tale contesto, i valori ciclici, che sono stati particolarmente colpiti da questa inversione di tendenza, appaiono più interessanti. Tali valori però, seppur in un contesto di crescita debole, perseguono ancora lo sforzo di ristrutturazione per migliorare la leva operativa”.
“Dal canto suo - proseguono i due - il settore bancario, che aveva resistito piuttosto bene nel contesto del miglioramento dei periferici, ha corretto negli ultimi giorni per effetto delle inquietudini relative alla Grecia. Siamo tuttavia convinti che nelle prossime settimane trarrà beneficio dalla minore intensità degli interrogativi sul suo stato di salute, alla luce dei risultati dell’analisi della qualità degli attivi e degli stress test che saranno pubblicati il 26 ottobre dalla Bce. Tutti questi elementi giustificano quindi la nostra preferenza per le azioni e più particolarmente per le azioni europee”.
Ma come si spiega il calo dei mercati azionari subito da metà settembre? “La situazione macroeconomica, che giustificava la correzione dei mercati nel periodo 2008-2011, non è sufficiente per spiegare la portata dei movimenti osservati recentemente. Sono infatti entrati in gioco dei fattori di ordine più tecnico. Gli hedge fund e i trading desk delle banche di investimento, che si erano concentrati in massa sulle azioni europee all'inizio dell'anno, hanno ridotto rapidamente le proprie posizioni. Tali flussi speculativi hanno convinto gli investitori finali a minimizzare i propri rischi riducendo l'esposizione a questa classe di attivi. Gli investitori americani in particolare, hanno subito delle conseguenze doppiamente negative a causa della flessione dei valori europei coniugata alla flessione dell'euro”.
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